Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

Il declino di Taranto, perché la città non conta?

Una città che possiede uno degli stabilimenti industriali più grandi d'Europa, uno dei porti più grandi del Mediterraneo e addirittura uno stabilimento della nuova presidentessa nazionale della confindustria, e poi il museo archeologico più importante d'Italia, ebbene questa città alcuni hanno l'impressione che conti molto poco nel panorama economico, sociale e soprattutto politico del Paese.
27 maggio 2008
Tommaso Anzoino
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- Una città che possiede uno degli stabilimenti industriali più grandi d'Europa, uno dei porti più grandi del Mediterraneo, la base navale più grande d'Italia, e poi un arsenale, un impianto petrolchimico, un cementificio, anche queste da considerare presenze notevoli, mica minuteria industriale, e addirittura uno stabilimento della nuova presidentessa nazionale della confindustria, e poi il museo archeologico più importante d'Italia, e altre cosette che sarebbe lungo elencare, ebbene questa città alcuni hanno l'impressione che conti molto poco nel panorama economico, sociale e soprattutto politico del Paese.

Le credenziali che abbiamo elencato non sono evidentemente sufficienti perché si affermi un "potere tarantino", o almeno una "presenza tarantina". E' pur vero che l'anno scorso Taranto ha goduto di una presenza sulla stampa che non ha avuto eguali nella sua storia recente e neanche in quella antica, quando è stata dichiarata la città più dissestata d'Italia, è pur vero che abbiamo avuto un sindaco e una sindachessa che sono stati gossip nazionali anche prima delle loro disavventure giudiziarie, ma era "colore" più che altro. C'è una teoria, per spiegare questo non ruolo della città nel contesto nazionale: gli insediamenti industriali, dall'inizio del secolo scorso con l'arsenale, e poi con l'Iri, con l'Eni, sono stati di tipo "delocale", non locale, e quindi la ricchezza prodotta non è restata, se n'è andata.

L'indotto che doveva prodursi non si è prodotto: i tecnici parlano di "economia assistita" in questo caso, e così il contributo locale è stato, spesso, quello delle ditte di pulizia. La grande industria ha ridotto nelle proprorzioni l'agricoltura e altri settori, non ha consentito, dicono, il decollo del turismo, e soprattutto ha reso drammatica la questione ambientale. Ma si tratta, comunque, di una realtà economica e sociale immodificabi-le, se non nella qualità, almeno nei prossimi due decenni. E allora? Prima di arrivare alla risposta un'altra considerazione si rende necessaria: questa città così descritta in esordio, ha avuto una rappresentatività governativa ben misera: negli ultimi venti anni due sottosegretari appena, uno alla Pubblica istruzione- università e l'altro alla Difesa.

L'ironia della sorte vuole che l'università a Taranto non ci sia, checché se ne dica, e l'arsenale militare rischi di chiudere. Non si pensa che avere un ministro rappresenti per una città la soluzione dei problemi, ma si pensa che averlo sia un riconoscimento del ruolo della città. Però il ruolo a una città lo costruiscono i cittadini, che è una bella frase, lo costruiscono le classi dirigenti, che è una frase più adatta. A questo punto la risposta a quella domanda: e allora? io non ce l'ho più. Chiedo scusa.

Articoli correlati

  • Il ministro Urso evita il confronto sui debiti di Acciaierie d'Italia
    Ecologia
    La replica del governo ad Angelo Bonelli

    Il ministro Urso evita il confronto sui debiti di Acciaierie d'Italia

    Nella seduta odierna è stata discussa l'interpellanza urgente sui debiti ILVA presentata da Angelo Bonelli al ministro Adolfo Urso.
    24 gennaio 2025 - Fulvia Gravame
  • Vogliamo sapere quanti debiti ha Acciaierie d'Italia?
    Ecologia
    Interpellanza urgente di Angelo Bonelli

    Vogliamo sapere quanti debiti ha Acciaierie d'Italia?

    Se i debiti di ADI a dicembre 2022 erano pari a 4,7 miliardi di euro, a quanto saranno arrivati in due anni? Domani, 24/1/25, il ministro Urso risponderà all'interpellanza. Oggi il governo Meloni ha svuotato definitivamente il fondo per le bonifiche per garantire la continuità produttiva.
    23 gennaio 2025 - Fulvia Gravame
  • Vendola, Riva e Dio
    CyberCultura
    Esperimento con ChatGPT

    Vendola, Riva e Dio

    E' stato chiesto a un modello linguistico di Intelligenza Artificiale generativa di sviluppare un articolo in chiave ecologista partendo una dichiarazione di Nichi Vendola del 2011, in cui esprimeva stima verso Emilio Riva. Ecco cosa è venuto fuori.
    17 gennaio 2025 - Alessandro Marescotti
  • Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese
    PeaceLink
    Ilva di Taranto:

    Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese

    La tesi di Monia Torre, basata su un’approfondita ricerca antropologica, analizza la percezione del rischio legate all’Ilva di Taranto. Attraverso le testimonianze di operai come Piero Mottolese, attivista di PeaceLink, emergono le dinamiche tra fabbrica, ambiente e comunità.
    14 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.27 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)