Nucleare, dagli Usa asse con l'Ansaldo per un sito in Puglia
BARI — Una centrale in Puglia tra Avetrana e Nardò. Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola su un possibile ritorno al nucleare, arrivano gli americani. L'obiettivo è capire se ci sono le condizioni per costruire centrali nucleari nel nostro Paese.
I massimi dirigenti della Burns and Roe engineering Company, con sed a Oradell nel New Jersey, hanno incaricato l'ingegnere Sal Scardigno di mettere in piedi una collaborazione con l'Ansaldo Nucleare per la costruzione di alcune centrali in Italia. Nata nel 1932, Burns and Roe è tra le società americane leader nel settore della costruzione di centrali nucleari. Negli ultimi tempi sta investendo molto sulla ricerca con lo scopo di arrivare alla realizzazione delle cosiddette centrali di quarta generazione.
La società ingegneristica è specializzata anche in decontaminazione e smantellamento delle scorie radioattive. In rappresentanza della Burns and Roe, Scardigno ha avuto un colloquio nei giorni scorsi a Genova con l'ingegner Sergio Orlandi, direttore tecnico dell'Ansaldo nucleare. «Negli Stati Uniti - spiega Scardigno non abbiamo costruito centrali nucleari per vent'anni. Ma non perché sono sorti problemi.
La motivazione è che quelle che avevamo funzionavano benissimo. Attualmente dopo una attenta fase di ricerche continua Scardigno - stiamo progettando centrali nucleari di quarta generazione in Texas, North e South Carolina. Anche in Italia il prezzo del petrolio ormai è alle stelle e c'è bisogno di fonti energetiche alternative».
E' anche la Puglia a interessare gli americani che, sulla base del vecchio progetto dell'Enel dei primi anni '80 nei territori di Nardò e Avetrana, hanno già pensato a un investimento in grande stile. Una scelta, quella del ritorno al nucleare, sicuramente contrapposta alla politica energetica volta alle fonti rinnovabili intrapresa negli ultimi anni dalla Regione.
Sono contrari al nucleare l'assessore regionale all'Ambiente, Michele Losappio, e il capogruppo del Pd alla Regione, Antonio Maniglio. «Si può a lungo e inutilmente discernere sull'utilità del nucleare ha ribadito ieri Losappio - ma se non si entra nel merito e non si chiarisce dove e perché in Puglia bisogna accettare un simile impianto e la sua compatibilità con il rigassificatore, con le centrali a turbogas, con i metanodotti e con il polo di Cerano si dimostra solo impreparazione ed incapacità nel governo». Maniglio, con una nota indirizzata al presidente del Consiglio regionale Pietro Pepe, chiede l'interessamento della massima assise regionale alla vicenda nucleare.
Al contrario per il capogruppo del Pdl alla Regione Rocco Palese è prematuro scagliarsi contro il nucleare senza che il governo abbia neanche ipotizzato localizzazioni di centrali. Per ora l'interesse degli americani alla Puglia c'è. Spiega Scardigno: «Sarebbe un avamposto logistico importante per la propria posizione geografica.
E' un punto strategico per la rete energetica nazionale. Siamo molto interessati al sito a metà strada tra Nardò e Avetrana, avendo tra le mani il vecchio progetto della centrale dell'Enel. Occorre però riadattarlo alle nuove tecnologie. Ma non solo. In Italia nella prima fase verranno costruite centrali sui vecchi siti con tutti i progetti approvati: Trino Vercellese, Montalto di Castro e Latina. Poi toccherà alla centrale pugliese».
Per l'ingegnere molfettese il nucleare non arrecherà nessun danno al territorio. «I cittadini possono stare tranquilli - conclude Scardigno - perché se dovessimo costruire centrali in Puglia sarebbero senz'altro di ultimissima generazione. Si tratta di progetti ad altissimo contenuto tecnologico finora mai realizzati. Il top del nucleare».
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