Riduzione degli inquinanti: Strappo tra Regione e Ilva
ROMA — Oggi il Tar si pronuncerà sul ricorso del comitato Tarantofutura, che punta ad invalidare l'accordo di programma sottoscritto l'11 aprile scorso tra grandi aziende tarantine, ministero dell'Ambiente e Regione, per arrivare all'abbattimento dell'inquinamento nell'area e consentire così la certificazione dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale). Il ricorso, però, è stato indirizzato solo contro l'Ilva, non - per esempio - contro la Sanarc, associata della società di Emilio Riva - e quindi solo i vertici dell'acciaieria hanno deciso, in attesa della sentenza di oggi, di sospendere l'invio del cronoprogramma per l'abbattimento degli inquinanti, così come previsto dall'accordo di aprile. Con una lettera inviata il 28 scorso (giorno precedente alla scadenza) al ministero e alla Regione Ilva dice: «Vi comunichiamo la necessità di sospendere momentaneamente l'invio del programma di intervento per la riduzione delle emissioni di inquinanti ».
Ma questa precisazione è stata subito bollata dall'assessore Michele Losappio, e poi dal presidente Nichi Vendola, alla stregua di una autospensione unilaterale «dagli adempimenti previsti dall'accordo di programma, una scelta sgradevole e foriera di incognite nei rapporti con le istituzioni». Aggiunge l'assessore, a voce: «Se il Tar desse ragione al comitato ambientalista cosa accadrebbe? Ilva romperebbe gli accordi?».
L'accordo di programma «Area industriale di Taranto e Statte» è stato firmato l'11 aprile scorso tra ministero dell'Ambiente, Regione Puglia, Comune di Taranto e Statte, Provincia di Taranto, Ilva, Edison, Enipower, Eni, Cementir, Sanac, Apat e Arpa Puglia.
Obiettivi
La finalità dell'accordo è quella di garantire una valutazione unitaria e integrata per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) alle diverse aziende per assicurare l'armonizzazione tra lo sviluppo del sistema produttivo, le politiche del territorio e le strategie aziendali.
La zona
L'area di interesse dell'accordo di programma è quella del sito industriale di Taranto e Statte, in cui ricade lo stabilimento siderurgico dell'Ilva, gli altri impianti limitrofi e tecnicamente connessi e altr4i che siano inseriti nel medesimo contesto ambientale.
Provvedimenti
L'Aia conterrà le misure necessarie per proseguire il monitoraggio e il controllo degli ulteriori adeguamenti. Per ottenere l'autorizzazione integrata le aziende devono soddisfare il criterio delle Bat, cioè delle migliori tecnologie disponibili per eliminare o ridurre le emissioni inquinanti.
Da Ilva replicano: «Siano assolutamente d'accordo con la lettera di Vendola, perchè precedente all'accordo di programma c'è l'intesa sottoscritta da noi e dalla Regione, il 23 ottobre 2006, con cui ci siamo impegnati a ridurre le emissioni di inquinanti e da ciò non torneremo indietro, nemmeno se dovesse saltare l'accordo di programma in seguito ad una sentenza del Tar favorevole ai ricorrenti ».
Insomma ieri si è sfiorata la rottura tra Ilva e Regione, anche se la lettera di Vendola ha avuto un tono più interlocutorio rispetto alle dichiarazioni dell'assessore.
Losappio, però, rinvia al direttore dell'Arpa, Giorgio Assennato, il quale sottolinea che in due rilevazioni dell'aria effettuate nella zona dell'acciaieria sono state riscontrate emissioni di 4 nanogrammi/teq a giugno 2007 e di 7 a febbraio, cioè in crescita, solo perchè nel primo monitoraggio erano state utilizzate macchine non adeguate. Ma quale dovrebbe essere il limite?
La legge italiana parla di 10mila nanogrammi, una quantità enorme ritenuta tale da tutti, prendendo come riferimento i vincoli utilizzati in altri Paesi della Ue, non essendovi una legge comune: in Germania è lo 0,4, in Belgio 3, in Francia non vi sono limiti. In attesa di una nuova disciplina nazionale è evidente che l'obiettivo è quello di arrivare a zero emissioni, o di avvicinarvisi quanto più possibile, anche perchè a Taranto - precisa Assennato - di fatto «dal camino di Ilva, 10 metri di diametro, fuoriescono ogni anno 170 grammi di diossina, non 90 come autodenunciato dall'azienda ». Che così replica: «Noi il programma di abbattimento di inquinanti non lo abbiamo interrotto, nemmeno in attesa della sentenza del Tar. Il 9 giugno, quando ci sarà la prossima rilevazione, lo dimostreremo».
Articoli correlati
- L'ISS ha sollevato puntuali obiezioni sulla metodologia adottata per la VIS
E’ stato sottostimato l’impatto sanitario dell'ILVA
Acciaierie d'Italia aveva commissionato uno studio per valutare l'impatto sanitario in uno scenario di 6 e di 8 milioni di tonnellate di acciaio annue sostenendo che grazie all'adozione delle migliori tecnologie le emissioni "post operam" sarebbero rientrate sotto la soglia di rischio.28 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Ha raccontato l'Ilva dal punto di vista delle vittime
Domenico Iannacone a Taranto: la vita che si fa racconto
Le storie non esistono se non vengono raccontate. Questo è il cuore del suo lavoro: portare alla luce le esistenze sommerse, le lotte quotidiane, i dolori nascosti ma condivisi. Ha la capacità di entrare in punta di piedi nelle vite degli altri e di restituirle con rispetto e profondità.27 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - L'unguento che lenisce le affezioni delle vie respiratorie con un tocco di polveri sottili e benzene
Il balsamo d’acciaio che tutela l’ambiente
I 400 milioni che erano destinati alla tutela ambientale e alla bonifica delle aree contaminate vengono dirottati per sostenere la produzione dell’ILVA. Il DDL 1359 evidenzia che "il rischio chiusura dello stabilimento sia quello più rilevante e significativo anche dal punto di vista ambientale".13 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Trasferiti fondi dalle bonifiche ambientali alla produzione di acciaio ILVA
Grazie Meloni!
Da Vicks VapoRub a ILVA VapoRub, il nuovo unguento per uso inalatorio è pronto per tutti i bambini di Taranto. Il governo stanzia 400 milioni per questo trattamento balsamico nelle affezioni delle vie respiratorie. La motivazione è che chiudere l'ILVA provocherebbe un "rilevante rischio ambientale".12 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network