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TarantoViva: Basta tatticismi o strategie su tavoli diversi

L'intervento: Apprezziamo e sosteniamo la tesi del Presidente Vendola. Taranto ad oggi è una città al confine che racconta ogni giorno fumi e disperazione. ILVA sembra quasi fuggire dai sui impegni, impegni disattesi negli anni degli atti di intesa e che ormai diverrebbero cogenti e assoggettabili al rilascio della AIA
4 giugno 2008
Associazione TarantoViva

- Apprendiamo dalla stampa che l'ILVA ha deciso di tirarsi indietro rispetto all'azione risanatoria prevista nell'accordo di programma siglato ad Aprile con Regione Puglia, Ministero dell'Ambiente ed enti locali. Nell'attesa dell'esito del ricorso al TAR richiesto dal Comitato "Taranto Futura" riteniamo opportuno dichiarare quanto segue.

Apprezziamo e sosteniamo la tesi presentata nella lettera del Presidente Nichi Vendola in quanto l'annuncio di Riva sottolinea ancora una volta che la politica del fare, tanto paventata quanto in realtà mai attuata, non sta bene a nessuno, nemmeno alla grande industria.

La "ritirata" di ILVA racconta in maniera semplicistica le difficoltà e l'insofferenza dell'industria pesante. Il mercato dell'acciaio va in crisi, peraltro ciclica. L'inquinamento ormai ha raggiunto livelli insostenibili. I giovani stanno scoprendo nuovi sbocchi professionali più appetibili. Eppure, nonostante queste difficoltà, l'accordo di programma viene in contro alle esigenze di ILVA, in considerazione del particolare e rilevante impatto ambientale, della complessità dell'impianto, raddoppiando il tempo a disposizione di ILVA da 150 a 300 giorni per l'ambientalizzazione degli impianti. Ma anche di fronte a questa ulteriore concessione ILVA preferisce ritirarsi da un accordo di programma, a nostro parere, finalmente cogente.

La situazione è lampante, da una parte c'è una città intera che è in credito rispetto all'intero sistema paese al quale ha donato tanto in termini economi e in termini di vite umane, dall'altra l'industria che lancia ultimatum ogni qual volta gli si presenta il conto rispetto all'inquinamento provocato e ai disastri ambientali all'ordine del giorno. In mezzo c'è invece la politica, il Presidente della Regione Nichi Vendola che con la sua missiva, dopo decenni nei quali l'obiettivo principale è stato l'aumento della ricchezza nazionale, non è più disposto a concessioni, sanatorie, tatticismi o strategie su tavoli diversi.

ILVA sembra quasi fuggire dai sui impegni, impegni disattesi negli anni degli atti di intesa e che ormai diverrebbero cogenti e assoggettabili al rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale qualora l'esito del ricorso desse ragione alle 25 organizzazione territoriali che hanno partecipato all'audizione tenuta presso il Ministero dell'ambiente lo scorso mercoledì 28 maggio illustrando le moltissime osservazioni sulla domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale richiesta dallo stabilimento siderurgico.

Restiamo in attesa di conoscere l'esito del ricorso e chiediamo al Presidente Vendola di continuare su questa linea, il tempo a disposizione è davvero terminato, la città di Taranto attende un piano di risanamento che preveda bonifiche per un'area elevatissima come a Brindisi. Taranto ad oggi è una città al confine che racconta ogni giorno fumi e disperazione. Il dialogo con ILVA sia un dialogo costruttivo si, ma con scadenze precise, monitorabili e che preveda la presenza di un'adeguata ritorsione da parte dell'attore pubblico coinvolto, cioè della Regione Puglia e dal Ministero dell'Ambiente, in caso di inadempienza da parte di ILVA Taranto.

Stefano De Pace
Associazione TarantoViva

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