Foggia, ecco la discarica abusiva più grande d'Europa
FOGGIA — Una discarica abusiva enorme, forse la più grande d'Europa, con una massa di circa 500mila tonnellate che ha invaso un'area nelle campagne del Foggiano, fino a deviare il corso del fiume Cervaro. E' quanto scoperto dai carabinieri che hanno arrestato 12 imprenditori coinvolti a vario titolo nel traffico di rifiuti speciali e pericolosi e accusati anche di disastro ambientale. La discarica è stata scoperta nel corso di accertamenti compiuti dai militari del Noe sui lavori di ampliamento della vicina discarica autorizzata di Deliceto. Il governatore pugliese, Nichi Vendola, ha commentato: «Siamo di fronte a una Gomorra subappenninica».
«Una delle più devastanti metamorfosi del territorio della provincia di Foggia ». Con queste parole il gip Enrico Di Dedda, ha descritto l'operazione dei carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico di Bari e del comando provinciale di Foggia che, ieri, hanno arrestato dodici persone per traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi e disastro ambientale. «Black River» l'operazione che ha scoperto un vero e proprio disastro ambientale nelle campagne tra Deliceto e Castelluccio dei Sauri dove era stata realizzata una discarica abusiva, la più grande d'europa, inquinando gravemente anche il torrente Cervaro.
Gli indagati hanno ottenuto gli arresti domiciliari. Il tutto è nato dal progetto dell'allargamento della nuova discarica di rifiuti solidi urbani del comune di Deliceto: lavori appaltati alla ditta Agecos di Rocco Bonassisa. La ditta invece di versare i rifiuti dello scavo per realizzare il nuovo sito in apposite discariche come prevede la legge - li portava, grazie a ditte di trasporti compiacenti, in un terreno che costeggiava il Cervaro in località «La Verità», nelle campagne di Castelluccio dei Sauri.
L'area su cui era stata realizzata la discarica abusiva, grande quanto otto campi di calcio, era sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico. Il materiale che veniva versato era composto da rifiuti speciali e pericolosi. La discarica di Deliceto, su cui si stavano effettuando i lavori di scavo, infatti, distava sette metri dalla vecchia discarica che tracimava percolato andando ad inquinare il nuovo sito: percolato che non veniva pulito per problemi tra il comune di Deliceto e la ditta che gestiva il vecchio sito. Una sorta - spiegano gli inquirenti - di «produzione di rifiuti a mezzo rifiuti, aumentando così esponenzialmente il danno ambientale e la salute nell'assordante e inerte silenzio delle autorità ammini-strative locali, pur deputate ai controlli in via preventiva».
Una produzione che avrebbe portato l'Agecos a realizzare la nuova discarica con un notevole risparmio sui costi: due milioni e mezzo di euro. Realizzare legalmente la discarica avrebbe esaurito il contributo della regione Puglia ammontante a due milioni di euro. Per questo motivo l'Agecos si sarebbe servito di persone e ditte compiacenti: un chimico che avrebbe falsificato il certificato su un campione del prodotto di scavo; un agricoltore che avrebbe «ricevuto» sul suo terreno i rifiuti; i titolari di un impianto di frantumazione inerti che avrebbero realizzato la strada sul Cervaro per facilitare l'accesso dei camion modificando il corso normale del torrente e i titolari delle ditte di trasporti che, da aprile a giugno del 2007, hanno versato oltre 500mila tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi.
Una organizzazione che, secondo quanto dichiarato dal procuratore di Foggia Vincenzo Russo, avrebbe provocato un danno ambientale di proporzioni inimmaginabili se si pensa che per ripristinare tutta l'area inquinata sarebbero necessari 315 milioni di euro. La Procura di Napoli ha classificato un disastro ambientale con 58 mila tonnellate di rifiuti: nella discarica abusiva in provincia di Foggia ne sono stati trovati 10 volte di più.
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