Caro ingegner Riva ora aiutiamo Taranto
Caro ing. Riva,
da un'attenta lettura ho tratto una conclusione; che con la sua iniziativa di autosospendersi dall'accordo dell'11 Aprile lei ha in effetti voluto difendere quell'accordo. E' una mia interpretazione che si avvale dell'analisi che ho voluto fare dei rapporti che ormai da quasi un anno intercorrono tra l'ILVA e il Comune di Taranto a partire dal primo incontro tra lei e me, e dalla stretta di mano nell'esclusivo interesse della città.
Nello stabilire quel patto non scritto, con il quale avevamo inteso avviare un reciproco rapporto di correttezza e di fiducia, del tutto nuovo rispetto al passato, convenimmo che si sarebbe dovuto agire per ridurre al massimo l´inquinamento industriale e nel contempo aiutare i tarantini con azioni corrette e trasparenti.
Presentai quel nostro incontro, in una conferenza stampa organizzata per informare i tarantini dell´avvio di un rapporto del tutto nuovo tra città e Ilva, come un momento di accordo, basato sulla reciproca fiducia e sancito da una stretta di mano.
So che i più hanno accolto quella notizia con scetticismo, e che alcuni non ne sono stati affatto contenti, ma non è questo che importa, giacché sono i risultati – concreti e documentabili – quelli che valgono.
E devo dire che il tempo non è trascorso invano, se è vero come è vero che – a parte la disponibilità mostrata in varie occasioni per le occorrenze della città – c´è oggi un controllo concreto e continuo sullo stato dell´ambiente, che l´Arpa può monitorare con continuità e in modo affidabile, che il prossimo rilevamento in programma il 9giugno potrà dirci quali risultati si siano ottenuti. So che il nostro "patto" prevedeva la notevole riduzione dell´impatto delle polveri e la costante diminuzione delle emissioni di diossina, e sono portato a credere che ciò si stia facendo.
Del resto, l´accordo istituzionale firmato l´11 aprile scorso non è altro che la trasposizione in impegni scritti e condivisi della stretta di mano con la quale, quasi un anno fa, avevamo avviato un nuovo modo di rapportarci e di confrontarci.
Certo, nella tormentata vicenda che vede l´Ilva al centro dell´attenzione anche le associazioni di cittadini svolgono un ruolo: importante se propositivo, se di stimolo a fare di più e meglio. Ma ritengo che la responsabilità delle azioni e del controllo sia e resti di competenza degli organismi – istituzionali e scientifici – a ciò deputati. La confusione dei ruoli genera confusione generale, e l´azione di stimolo può tradursi in ostacolo all´azione concreta.
Credo che sia giunto il momento di mettere da parte il ricorso continuo alla conflittualità e di proiettarci al futuro, con grande chiarezza e nel rispetto dei ruoli: in questa prospettiva chiederemo un pieno coinvolgimento della magistratura – cui ribadiamo la nostra totale fiducia – perché, in un quadro di garanzia della legalità, venga stimolata una complessiva riappacificazione che ha bisogno di riferimenti certi nel diritto sia individuale che della comunità.
Nel nostro "patto", pregiatissimo Ingegnere, abbiamo stabilito di dover agire per l´ambiente e per l´occupazione, nell´interesse di questa città e nel rispetto delle esigenze dell´impresa. Su questi aspetti registro un percorso già avviato e primi risultati che lasciano intravedere la volontà di raggiungere risultati concreti e visibili, cioè l´obiettivo che insieme ci siamo posti. C´era un terzo punto su cui ci eravamo accordati, vale a dire una particolare attenzione per i più poveri di questa città: è un punto su cui, al momento, non ho risposte.
Pregiatissimo Ingegnere, sono convinto che quanto accaduto in questi giorni sia il frutto di un grosso equivoco, ma sono altrettanto convinto che possa servirci di esperienza per il futuro, se sapremo proseguire sulla strada intrapresa che guarda al futuro di Taranto e al suo benessere.
Ezio Stefàno
Meno fumi, ecco il piano
Mercoledì sera il Tar di Lecce ha deciso. E ieri il programma d´interventi antinquinamento dell´Ilva di Taranto era stato già spedito al ministero dell´ambiente e alla Regione Puglia. L´assessore regionale all´Ambiente, Michele Losappio, si dice subito soddisfatto. «Faremo la nostra parte - ha detto - il fatto che sia una buona notizia che l´Ilva presenti il programma non implica nulla. Vedremo le cifre prima di esprimere le nostre valutazioni ma sarebbe stato meglio comunque evitare questo "tira e molla"».
«La tempestività dell´invio del programma, dopo la decisione sul ricorso presentato da un comitato ambientalista - spiega l´azienda in una nota - smentisce di fatto qualsiasi congettura su una presunta volontà di interrompere il percorso intrapreso insieme alle istituzioni al fine di conciliare occupazione, sicurezza e salute, ambiente e sviluppo dell´impresa».
Nemmeno ventiquattr´ore: mercoledì sera il Tar di Lecce ha deciso, e ieri il programma d´interventi antinquinamento dell´Ilva a Taranto era stato già spedito al ministero dell´Ambiente e alla Regione. «È una buona notizia», commenta subito l´assessore pugliese, Michele Losappio. Il colosso siderurgico non ha voluto perdere tempo perché il fattore-tempo questa volta, era fondamentale per zittire i dubbi e i sospetti sulla sua "ritirata" dal patto anti-diossina firmato con ministero, Regione, Provincia e comuni, l´11 aprile scorso insieme ad altre grandi aziende che operano nell´area jonica.
«La tempestività dell´invio del programma, dopo la decisione del Tar Lecce sul ricorso presentato da un comitato ambientalista - spiega l´azienda - smentisce di fatto qualsiasi congettura su una presunta volontà di interrompere il percorso intrapreso insieme alle istituzioni al fine di conciliare occupazione, sicurezza e salute, ambiente e sviluppo dell´impresa». Dalla sede tarantina, l´azienda fa sapere che l´accordo di aprile integra ciò che l´Ilva s´è già impegnata a fare con gli atti d´intesa del 2003 e del 2006 che le impongono un investimento di mezzo miliardo di euro che si aggiungono ai cinque miliardi di euro spesi negli ultimi dieci anni coi quali, tra l´altro, sono stati eliminati i 949 trasformatori in Pcb e sono stati coperti i nastri trasportatori esterni e i 60 dei 97 interni».
Negli ultimi giorni, dalla Regione hanno protestato contro la decisione di Ilva di "congelare" l´invio in attesa che i giudici amministrativi salentini si pronunciassero sulla richiesta di annullamento dell´accordo di programma. Lo stesso governatore Nichi Vendola, in una lettera aveva esortato il patron dell´Ilva, Riva a non perdere tempo e a non giocare su tavoli diversi. «Al contrario - replicano dall´azienda - l´interesse di Ilva a bandire asseriti giochi su tavoli diversi è dimostrata dall´impegno, tempestivo, profuso dinnanzi al Tar di Lecce per difendere (da sola in un certo momento per la mancata costituzione di altri soggetti firmatari) l´intero accordo di programma».
E ora, dopo l´invio del programma di interventi per ridurre le emissioni, Ilva presenta il conto: «Auspichiamo la prosecuzione del cammino comune di attuazione dell´accordo, a partire dall´accelerazione delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni, pareri e concessioni di competenza della pubblica amministrazione». «Faremo la nostra parte - risponde Losappio - il fatto che sia una buona notizia che Ilva presenti il programma non implica nulla. Vedremo le cifre prima di esprimere le nostre valutazioni ma sarebbe stato meglio comunque evitare questo "tira e molla"».
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