Massafra, impianto nel mirino Bruxelles: Italia da multare
Per l'Italia è in arrivo una nuova procedura d'infrazione in materia di rifiuti da parte della Corte di giustizia europea. E questa volta la regione accusata è la Puglia, responsabile, secondo la Ue, del mancato rispetto delle procedure relative al rilascio della valutazione di impatto ambientale dell'inceneritore di Massafra, nel tarantino. La Commissione europea ha annunciato ieri l'invio al governo italiano di una lettera di costituzione in mora (primo avvertimento formale della nuova procedura di infrazione), e «in caso di un'ulteriore inadempienza - precisa la Corte europea - lo Stato membro potrebbe incorrere in un'ammenda».
La struttura massafrese che potrebbe far pagare una forte ammenda allo Stato italiano, appartiene all'Appia Energy, una Spa controllata per il 51% dal Gruppo Marcegaglia (attuale presidente nazionale di Confindustria) e per il 49% dalla Cisa dell'imprenditore tarantino, Antonio Albanese. Il termovalorizzatore, in funzione da quattro anni, produce ogni anno dai rifiuti 72 milioni di Kilowattora. L'interesse dell'Unione europea per le infrazioni amministrative riscontrate nelle procedure autorizzative dell'impianto in questione, risale al 2001.
Allora la Commissione chiese chiarimenti al governo italiano per il mancato procedimento della Via all'impianto Appia Energy. Il ministero dell'Ambiente italiano fece presente che l'infrastruttura, per caratteristiche e finalità, godeva di speciali deroghe. Il 30 maggio del 2006, però, le conclusioni dell'avvocato generale Damaso Ruiz Jarabo Colomer stabilì l'inapplicabilità di quelle deroghe ed invitò le autorità italiane a procedere al rilascio della valutazione ambientale. Nel frattempo la Regione Puglia si era attivata in tal senso e a luglio del 2007, come conferma l'imprenditore Albanese, «fornisce il certificato di Via alla Appia Energy». Per le autorità Ue, però, «una valutazione dell'impatto a posteriori dell'inceneritore non garantisce un'efficace consultazione dell'opinione pubblica, come richiesto dalla direttiva europea ».
Per questo Bruxelles ha deciso di inviare all'Italia «una lettera di costituzione in mora (primo avvertimento) ai sensi dell'articolo 228 del Trattato Ue, che si applica quando uno Stato membro non ha dato piena esecuzione a una sentenza della Corte di giustizia europea. La palla passa nelle mani dell'assessore all'Ambiente della Regione Puglia, Michele Losappio che in una nota diffusa ieri fa sapere di aver già provveduto a sanare l'inosservanza. «Il governo regionale - afferma Losappio - ha già provveduto a sanare la sentenza della Corte europea relativa all'impianto di Massafra, con la presentazione a Valutazione di Impatto Ambientale di quello stabilimento e che, a fronte delle nuove osservazioni della Commissione europea, relative a un deficit di partecipazione (osservazioni pubbliche su progetti presentati), ha chiesto alla società proprietaria dell'impianto, un atto integrativo per evitare il protrarsi dell'infrazione ».
Da Massafra sono pronti a fare la loro parte: «Non abbiamo ancora ricevuto nessuna richiesta ma siamo pronti a fare il nostro dovere sino in fondo come d'altronde abbiamo sempre fatto », conclude Antonio Albanese.
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