Tra una settimana pronti i nuovi dati sulla diossina Ilva
Completate sabato scorso le operazioni di prelievo nell’ambito della terza campagna di monitoraggio delle emissioni di diossina al camino dell’impianto di agglomerazione dell’Ilva. Le operazioni avevano subito uno slittamento di oltre una settimana a causa delle condizioni meteorologiche. Due gli autori anche di quest’ultimo campionamento: l’Ilva che per le analisi si è affidata al Cnr e l’Arpa Puglia per conto istituzionale. «Potremo avere i primi risultati di questo ultimo campionamento - dicono il direttore generale dell’Arpa, Giorgio Assennato, ed il responsabile del dipartimento locale, Gioacchino Di Natale - nel giro di un paio di settimane». E’ media - mente questo il tempo richiesto dal laboratorio dell’Inca di Marghera per effettuare tali analisi.
Nonostante l’attrezzatura di cui attualmente dispone il Dipartimento tarantino, che è in grado di eseguire le analisi dei campioni di fumi ma non è ancora accreditata allo scopo, e per garantire continuità di criteri di analisi con il passato, l’Arpa anche stavolta ha preferito affidarsi allo stesso laboratorio a cui si era rivolta per i primi due campionamenti. Non sarà così la prossima volta, assicurano i responsabili dell’Arpa. Invece saranno eseguite questa volta a Taranto le analisi delle polveri presenti nei campioni di aria che anche nel corso dell’ultimo campionamento, come ccaduto per il precedente, sono stati prelevati dall’Arpa.
E’ stata utilizzata in questo caso la nuova strumentazione di cui il Dipartimento locale si è dotato. La volta precedente, invece, anche queste indagini furono effettuate in un laboratorio esterno, l’Inca di Lecce.
Le modalità di campionamento dei fumi dal camino dell’impianto di agglomerazione dell’Ilva sono state simili a quelle seguite nei primi due campionamenti: tre interventi da parte dell’Arpa, effettuati alternativamente ai campionamenti da parte del Cnr, operazioni avvenute alla presenza dei tecnici dell’altra istituzione. «Sarebbe auspicabile che questa volta fosse l’Ilva a fornire i dati delle indagini fatte effettuare al Cnr prima di noi - commenta Assennato -. Le nostre indagini sono effettuate per spirito di servizio. Non è per noi un obbligo istituzionale, nel senso che dovrebbe essere l’Ilva ad effettuare le indagini sotto il nostro coordinamento».
I controlli incrociati svolti in passato hanno evidenziato una sostanziale convergenza. I valori di diossina dell’Ilva rimangono al di sotto del limite posto dalla norma italiana, ma ben al di sopra del limite previsto dalle indicazioni comunitarie, peraltro adottato dalla Regione Friuli. Da qui l’invito da più parti rivolto anche alla stessa Regione Puglia perché siano adottati i valori europei. La campagna di monitoraggio della i diossina del camino si intreccia con il campionamento di diossina anche negli alimenti.
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