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Ilva, sciopero contro la strage bianca

La grande fabbrica dell´acciaio si ferma. Per piangere e riflettere sulla morte di un altro operaio. Su quella morte che quando avviene sul lavoro si chiama bianca, quasi a renderla meno tragica. Vendola accusa: "Chi lavora muore, il governo pensa ai rom".
2 luglio 2008
Mario Diliberto
Fonte: Repubblica

- Eppure da ieri all´ombra delle ciminiere dell´Ilva di Taranto le tute blu piangono un altro compagno. Antonio Alagni, tarantino di 45 anni, dipendente della P&P di Casoria, sposato con una figlia, è morto sul colpo mentre lavorava nel cantiere dell´impresa napoletana che cura manutenzioni meccaniche per conto del siderurgico. Lo ha ucciso il bozzello di una gru che gli ha praticamente sfondato la testa. Le funi che reggevano il gancio hanno ceduto di schianto. L´operaio è stato investito da un proiettile di cinquanta chili che è precipitato da un altezza di cinque metri. Per lui non c´è stato scampo.

La vittima con due colleghi stava effettuando una pulizia all´interno del cantiere aperto dalla P&P nei pressi dell´acciaieria uno, all´interno dell´Ilva. Un intervento banale con una gru tarata per 15 tonnellate. Eppure quel gancio si è inspiegabilmente spezzato sotto il peso di due travi da un centinaio di chili. Sul posto sono subito arrivati gli ispettori del lavoro e dello Spesal, ed il procuratore aggiunto Francesco Sebastio per i primi accertamenti. Il primo nodo da sciogliere riguarda proprio la presenza del lavoratore sotto una gru in movimento.

La tragedia ha scatenato la reazione dei sindacati. Da ieri sera sino alle 23 di oggi impianti fermi e lavoratori a casa. Le segreterie provinciali di Fim Fiom e Uilm, oltre a proclamare lo sciopero, hanno chiesto immediatamente un incontro con l´azienda. La decisione è stata adottata subito, proprio mentre la notizia della morte dell´operaio rimbalzava alla Camera e l´aula salutava con un applauso di cordoglio la memoria dello sfortunato Antonio Alagni. Al fianco dei lavoratori si è schierato anche il governatore della Puglia Nichi Vendola. "È un incidente che si aggiunge ad una tragica casistica. Una moria senza fine - ha detto Vendola - quasi il copione di un macabro lungometraggio.

Si continua a morire di lavoro, per il lavoro, sul lavoro". Poi l´affondo contro l´esecutivo. "Invece di applicare efficaci misure preventive di sicurezza nei cantieri, il governo si ingegna su provvedimenti ai limiti della decenza sociale, come le impronte dei bimbi rom. E preoccupanti dichiarazioni di ministri parlano di ammorbidire le sanzioni per i datori di lavoro che violano le norme di sicurezza sul lavoro. Avevamo segnalato sin dalla prima riunione ministeriale del maggio 2007 che l´area degli appalti in Ilva poneva i problemi più seri. Purtroppo - conclude Vendola - a Taranto una lunga catena di frammentazione del lavoro significa deresponsabilizzazione delle imprese e più infortuni". Sulla stessa lunghezza d´onda la segreteria regionale di Rifondazione Comunista che appoggia la scelta dello sciopero.

"Quante volte ancora bisogna dire basta per fermare la strage di vite umane? " si domandano le segreterie di Cgil, Cisl e Uil Puglia. "Disciplina degli appalti, piani di sicurezza, organizzazione del lavoro, applicazione delle norme contenute nel Testo Unico, devono diventare oggetto di un confronto con l´azienda. Lo sciopero - si legge in una nota congiunta - è la giusta risposta dei lavoratori che reclamano il diritto di lavoratore senza rischiare la vita". "Di giornata triste per la terra ionica parla il deputato tarantino del Pd Ludovico Vico che unisce nel suo commento la tragedia all´Ilva a quella del militare tarantino deceduto dopo essere precipitato con un elicottero della Marina. "C´è un file rouge quello che unisce queste due vittime - afferma Vico - e che deve porre ancora una volta all´attenzione istituzionale l´ineluttabile questione della sicurezza sul lavoro". L´Ilva, infine, esprime il proprio cordoglio alla famiglia dell´operaio, ed annuncia un´indagine interna per chiarire l´accaduto ed accertare le cause.

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