ILVA, grave operaio dell'appalto
Non si ferma la lunga sequenza di infortuni nello stabilimento Ilva di Taranto. Dopo la morte di Antonio Alagni e le ustioni riportate sabato notte da Pietro Viesti, ieri pomeriggio un altro operaio è rimasto vittima di un incidente. Si tratta di Eugenio Cianci, 29 anni, di Taranto, dipendente della Comsider. L’uomo è caduto da una passerella alta circa 1,5 metri nel reparto Laminatoio a freddo, urtando violentemente la testa al suolo. Prontamente soccorso dai colleghi, l’uomo è stato trasportato all’ospedale SS. Annunziata di Taranto con un’ambulanza del servizio sanitario interno dello stabilimento. I medici hanno diagnosticato un trauma cranico, la prognosi rimane al momento ancora riservata ma l’operaio non è in pericolo di vita.
Sul posto sono intervenuti gli ispettori al fine di accertare la dinamica e le cause dell’infortunio. In una nota, l’Ilva rende noto che, al momento, “non sembrano essere state riscontrate violazioni delle normative sulla sicurezza da parte dell’azienda per cui lavora lo sfortunato operaio”. Tra le ipotesi avanzate sulla dinamica, è circolata anche quella di un malore dovuto al caldo. Le questioni della sicurezza nello stabilimento siderurgico di Taranto, giovedì prossimo alle 10.30 saranno oggetto di un vertice convocato dal prefetto di Taranto Alfonso Pironti che, tra le altre cose, verificherà lo stato di attuazione e di operatività del Noi (Nucleo operativo integrato).
Del dramma degli infortuni sul lavoro ed in particolare di quanto accaduto a Pietro Viesti, si occupa il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno esprimendo la sua vicinanza sia all’operaio che alla sua famiglia “di cui - scrive - comprendiamo e condividiamo la sofferenza”. Il primo cittadino sottolinea che “’è di conforto che questo nuovo incidente sul lavoro non abbia avuto le conseguenze tragiche di altri anche recenti, ma restano l’allarme e la preoccupazione per il ripetersi di eventi del genere nei luoghi di lavoro dove purtroppo la sofferenza e troppo spesso la morte sono in agguato.
Su quanto accaduto a Pietro Viesti saranno gli organi ispettivi e la magistratura a individuare le responsabilità, sta di fatto che si rende sempre più necessario e urgente pensare a contromisure efficaci nei confronti di una evidente mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, tale da moltiplicare le occasioni in cui imprudenza e carenze di controllo si uniscono per insidiare la vita dei lavoratori. Occorre ribadire quanto sia indispensabile che tutti, dalle Istituzioni all’impresa ai sindacati ai singoli lavoratori si interroghino sulla necessità di offrire ciascuno il proprio indispensabile contributo per spezzare una catena di dolore che non può trovarci inerti e rassegnati”.
La lunga catena di incidenti sul lavoro all’Ilva di Taranto è oggetto di un intervento del sen. Paolo Nerozzi del Pd. “Il governo - scrive il componente della Commissione Lavoro di Palazzo Madama - deve fare in fretta e assumersi le sue responsabilità per la sicurezza dei lavoratori. Deve rendere urgentemente operative le misure previste dal testo unico per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro voluto dal precedente governo per contrastare efficacemente gli incidenti che stanno rendendo insicura la vita dei lavoratori nelle grandi fabbriche così come nei piccoli cantieri”.
Per l’esponente del Pd, “non servono nuove leggi ma la ferma volontà politica di applicare fino in fondo quelle che ci sono per interrompere definitivamente questa catena di sofferenza e di morte che affligge il lavoro nel nostro Paese e che nessuno è più disposto a sopportare”. Anche il sindacato ionico tiene alta la guardia sulla sicurezza nel centro siderurgico.
La Fiom Cgil si sofferma sull’infortunio di sabato sera. “Ancora una volta - si legge in una nota della segreteria provinciale - teatro del grave infortunio è stato il reparto della colata continua, dove già l’ 1 maggio scorso era accaduto un analogo infortunio. Questa volta la fuoriuscita dell’acciaio liquido ad altissima temperatura è stata causata da un malfunzionamento del sistema di raffreddamento, che peraltro era stato già rilevato”.
La Fiom si chiede “perché nonostante l’anomalia fosse stata riscontrata si è ugualmente proceduto nella colata e nella produzione senza tener conto dei rischi? Su questo punto l’azienda ha il dovere di dare delle risposte chiare. In presenza di pericolo gli impianti devono essere fermati”. La Fiom invita tutti i lavoratori “alla massima attenzione” e ad informare immediatamente “Rsu e Rls nei casi di pericolo. Inoltre, per fermare questo stillicidio, chiediamo agli Enti preposti che il Noi (Nucleo Operativo Integrato), sia rafforzato e continuamente presente all’interno dello stabilimento”.
Secondo Rocco Palombella della Uilm ionica, “gli ultimi drammatici episodi verificatisi nello stabilimento siderurgico dimostrano quanta strada ci sia ancora da percorrere in direzione della sicurezza sul lavoro. Il nostro dovere di rappresentanti dei lavoratori è quello di tenere sempre alta l’attenzione su questi temi”. Nello specifico di quanto avvenuto sabato sera nella Colta continua 5, Palombella ritiene che “l’incidente poteva essere evitato fermando il colaggio e aumentando la pressione del circuito di raffreddamento”.
Secondo la segreteria della Fim Cisl “l’infortunio nella colata continua 5 di sabato sera non può giustificarsi come l’effetto di una semplice anomalia o di una non attenta analisi del capo turno in servizio”. La Fim sfida la retorica sostenendo che “si è in presenza di una mancanza di cultura della sicurezza sul lavoro, ovvero che a partire dai responsabili della gestione, si continua ad affermare tutt’altro che la già citata cultura”. I metalmeccanici della Cisl ritengono necessario “da parte della proprietà dare un segnale vero di inversione di tendenza sia dal punto di vista della tutela della sicurezza sul lavoro che da quello del rispetto dell’ambiente. Insomma, è necessario registrare un segnale chiaro che vada nella direzione della sostenibilità del processo produttivo”.
Molto critico il giudizio di Salvatore Dicorato, Andrea Summa, Giancarlo Girardi, Giovanni Pompigna, Maurizio Sarti di “Laboratorio per la Sinistra”. “Le Colate Continue - scrivono in una nota - sono reparti dove, se possibile, le misure di sicurezza vanno rafforzate. Vogliamo ricordare che il primo maggio scorso, nello stesso reparto, quattro operai sono rimasti feriti sotto una pioggia di acciaio incandescente. Invitiamo, per l’ennesima volta, le istituzioni, Comune, Provincia e Regione, a prendere una posizione forte e netta contro questo stillicidio continuo e costante di gravi incidenti”.
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