Abbiamo detto NO al rigassificatore… e all’energia nucleare?
Le tariffe di luce e gas continuano a macinare rincari con aumenti che dal mese di luglio potrebbero pesare per ulteriori 50-60 euro l’anno sulle famiglie italiane, taratine comprese. Abbiamo necessità di garantire approvvigionamenti sicuri ed economicamente accessibili ponendo un freno alla domanda di petrolio garantendo il contenimento delle emissioni inquinanti. In assenza di una seria politica di sviluppo delle fonti alternative al petrolio (fonti rinnovabili e nucleare) lo scenario energetico senza "interventi correttivi" desta profonde preoccupazioni. Da oggi al 2030 la domanda di energia primaria aumenterà di circa il 50%.
Anche l’ambiente sarà ancora di più tartassato dalle emissioni di CO2 che subiranno un incremento vertiginoso. Dati a dir poco sconcertanti! In Italia si registra, negli ultimi tempi, un rinnovato interesse verso l’energia nucleare legato al costante incremento del prezzo del petrolio ed il progressivo aumento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. La moderna tecnologia nucleare è oggi particolarmente interessante nel settore elettrico perché in grado di contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti, alla stabilità del prezzo dell’energia elettrica, alla riduzione all’esposizione alle fluttuazioni del prezzo del petrolio e alla riduzione delle emissioni. Ma lo sviluppo e la diffusione di energia nucleare deve soddisfare le esigenze di sicurezza della collettività.
Ben tredici Stati membri dell’Unione Europea producono energia attraverso il nucleare con 148 reattori. In tali impianti, che sono stati installati negli ultimi 40 anni, non si sono mai verificati incidenti di rilievo. La Francia, che confina con l’Italia, presenta il più alto numero di impianti in Europa, con 58 unità (63,4 GW). La Commissione Europea sostiene che l’unica scelta sostenibile sarà costituita da investimenti in fonti rinnovabili ed energia nucleare. L’energia nucleare potrebbe fronteggiare anche i cambiamenti climatici. Il quadro energetico italiano desta, quindi, profonde preoccupazioni.
La forte esposizione e dipendenza dell’Italia verso l’estero (Francia per l’energia elettrica e Russia per il gas) per l’approvvigionamento di energia primaria, malgrado l’importante contributo delle fonti rinnovabili, è e resterà estremamente elevata. Bisogna fare qualcosa!
Il nostro sistema energetico registra numerosi aspetti critici perché non abbiamo fonti endogene e paghiamo caro il petrolio, produciamo poca energia elettrica e paghiamo bollette salate inquiniamo l’atmosfera con le emissioni e non rispettiamo il Protocollo di Kyoto in pieno. Nell’attuale scenario energetico, caratterizzato quindi da costi crescenti del petrolio e da elevato impatto ambientale delle tecnologie, un ruolo importante potrebbe essere svolto dall’energia nucleare, a condizione che le criticità poste dalla sicurezza delle centrali e dall’eliminazione dei rifiuti radioattivi siano risolte prima di parlare di nucleare. I nuovi impianti nucleari potrebbero produrre energia elettrica anche più conveniente di quella prodotta con il gas.
A Taranto abbiamo già detto NO al rigassificatore perché avrebbe comportato una limitazione allo sviluppo del porto ma la politica del NO e quella del “non fare” ha prezzi maggiori di quella del “fare”. Occorre, nel contempo, evitare il fenomeno “Nimby” che, però, stabilisce una condizione ….. SI ma non a casa mia!
Allora parliamone!
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