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Taranto, l'Ilva non è il «male assoluto»

Nuova missiva pro-ILVA del professor Pirro. Risponde all'editoriale di venerdì 4 a firma di Vito Bruno riguardante la necessità che i controlli sulle emissioni di diossina all'Ilva di Taranto siano rigorosi. Alleghiamo cartoline da Taranto.
12 luglio 2008
Federico Pirro
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Le preoccupazioni espresse da Vito Bruno nel suo editoriale di venerdì 4 e riguardanti la necessità che i controlli sulle emissioni di diossina all'Ilva di Taranto siano rigorosi meritano condivisione e approfondimento di analisi e di proposte.

- Intanto, le Istituzioni preposte a quei controlli, in primo luogo l'Arpa, sono al lavoro con l'azienda - nella piena distinzione delle rispettive responsabilità - con procedure di rilevazione e tempistiche precise per monitorare costantemente quelle emissioni e, soprattutto, la loro riduzione.

E' appena il caso di ricordare, inoltre, che l'Ilva è assistita in questo specifico impegno dal Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, e dai suoi esperti, e che sta sperimentando l'impiego dell'urea per abbattere la diossina emessa in atmosfera.

Circa i limiti consentiti dalle norme in vigore, se essi dovranno essere mutati restrittivamente, sarà il Parlamento a deciderlo: ma l'impegno dell'impresa a ridurre già oggi quei tassi è massiccio, ed è oggetto dell'attività di verifica da parte dei soggetti a ciò deputati.

E' significativo, comunque, che Bruno affermi che non si vuole affatto in tal modo "dichiarare guerra alla civiltà industriale". Quante caldaie di condomini, infatti, sono in regola e vengono periodicamente controllate secondo le norme vigenti ? E quante bruciano ancora olio combustibile ? E chi le controlla, ne risponde alle Autorità competenti? E la stampa vigila perché questo accada? E le polveri sottili del traffico automobilistico cittadino quante volte superano le soglie di allarme ? Esistono, quante sono e dove sono dislocate quelle centraline a Taranto? Ci si augura naturalmente di sì, ma perché fanno notizia solo le polveri del parco minerali dell'Ilva e le emissioni dei suoi camini? Le altrui negligenze, sciatterie, o vere e proprie omissioni - ove esistenti e registrate, è chiaro - non dovrebbero essere segnalate con eguale ed immediata evidenza?

E poi, ancora, sui livelli (a volte precari) di igiene pubblica, sul rischio della mancanza d'acqua, e sulla mancata realizzazione del dissalatore del Chidro a Manduria - che priverà l'area ionica chissà per quanto tempo di un apporto di risorse idriche assolutamente necessario a soddisfarne i bisogni - nessuno ha da lamentare o denunciare inefficienze, approssimazioni, estremismi ambientalisti e immotivati dinieghi di amministratori locali? Insomma, solo l'Ilva e le altre grandi fabbriche della città devono rispettare, com'è giusto che sia, norme, parametri, divieti e quant'altro? E tutti gli altri no?

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