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Incontro ILVA-Commissione Ambiente: E’ stata persa un’occasione

«E’ stata persa una buona occasione per far sentire l’Ilva sotto pressione». Biagio De Marzo (Peacelink) non usa mezzi termini nel commentare l’incontro di venerdì tra la commissione “Ambiente” del Comune e Girolamo Archinà (Ilva).
13 luglio 2008
Alessandra Congedo
Fonte: TarantOggi

- Al centro del confronto il cronopro-gramma elaborato dall’azienda nell’ambito dell’Accordo di Programma e gli interventi previsti per la riduzione dell’inquinamento. «Finché avremo questo tipo di interlocutori faremo poca strada – attacca De Marzo – sono convinto che pochi membri della commissione abbiano davvero letto quel documento.

La Commissione si è dimostrata impreparata. Nessuno è stato in grado di controbattere quanto asserito dal dirigente dell’Ilva. L’unica ad aver fatto domande pertinenti è stata la Mignogna». L’ insoddisfazione dell’ambientalista De Marzo è totale.

Una posizione in gran parte condivisibile. In effetti pochi consiglieri comunali hanno partecipato attivamente alla discussione. Qualcuno ha approfittato della presenza dei media per mettersi in mostra e lanciare accuse sterili, qualcun altro si è limitato a porre domande vaghe e poco incisive. Così Archinà ha potuto reggere al meglio la parte del “difensore del diavolo”, facendo sfoggio di competenza tecnica e assennatezza.

Ha potuto scaricare sulla vecchia gestione pubblica la gran parte delle responsabilità dei danni prodotti al territorio ionico in termini di inquinamento, favoritismi e clientelismo. Ha rivendicato con orgoglio l’adempimento del 96% degli impegni assunti dall’Ilva con i precedenti atti d’intesa. Ha spiegato che i tempi lunghi previsti per l’abbattimento delle diossine hanno motivazioni esclusivamente tecniche, che esulano dalla volontà dei vertici aziendali.

Dalle sue parole è venuta fuori l’immagine di un’azienda modello che ha ben poco da farsi perdonare. «In realtà quello dell’Ilva è un programma mistificatorio – dice De Marzo - pieno di interventi che risalgono a cinque, sei anni fa. La maggior parte dei quali non ha nulla a che fare con la riduzione delle emissioni inquinanti. L’Accordo di Programma sottosscritto lo scorso 11 aprile prevede invece un piano di risanamento rivolto al futuro».

Ci sarebbe da meditare anche su un altro paradosso. Tutta l’attenzione dei media, dei politici e della stessa azienda sembra essersi focalizzata sulla diossina, come se questo fosse l’unico problema sul tappeto. Anche durante l’incontro di venerdì mattina si è commesso lo stesso errore. «Nessuno ha parlato dell’impatto ambientale delle acciaierie e delle cokerie, delle emissioni non convogliate e di quelle diffuse – aggiunge De Marzo – problemi che l’azienda non ha alcun interesse ad affrontare perché significherebbe investire ingenti risorse economiche».

Si ha la netta impressione che tutto proceda a rilento. In questi mesi l’Ilva ha avviato una sperimentazione che prevede l’utilizzo dell’urea per ridurre la diossina. Un sistema adottato da anni in altre realtà, e che solo ora, nel 2008, approda nello stabilimento ionico. Un sistema che non permetterà comunque di compiere miracoli.

I livelli di emissione previsti a livello europeo (molto più bassi di quelli nazionali) continueranno a rappresentare un suggestivo miraggio almeno per i prossimi sei anni, fin quando non verrà realizzato un impianto che permette un consistente abbattimento delle emissioni. Ma i Tarantini avranno la pazienza di aspettare fino al 2014?

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