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Impatto Zero chiede uno Screening su tutti i Tarantini.

La richiesta è stata avanzata al Comune e alla Provincia. Impatto Zero fa presente che i contaminanti principali sono i metalli tossici «e a Taranto ne abbiamo in abbondanza. Essi entrano nel nostro organismo in forme o dosaggi tali da disturbare o danneggiare i normali equilibri della salute.
16 luglio 2008
Fonte: Corriere del Giorno - 15 luglio 2008

- L’Associazione ambientalista Impatto Zero ha chiesto al Comune ed alla Provincia di Taranto di avviare uno screening del livello di contaminazione da metalli tossici degli abitanti di Taranto, partendo dalle zone più a rischio (Rione Tamburi e Statte) ed in funzione dei risultati predisporre, con l’aiuto delle Istituzioni regionali e Nazionali un piano di decontaminazione. L’associazione, che annovera tra i propri soci esperti del settore, è disponibile a fornire tutta l’assistenza che un tale programma richiede.

«Da tempo - si legge in una nota dell’associazione - nella nostra città si parla dell’alto livello di inquinamento ambientale, ma qualcuno si è mai posto una domanda essenziale per la nostra salute: dopo anni di esposizione agli inquinanti ambientali quanto è contaminato il nostro corpo e cosa dobbiamo fare per decontaminarlo? Dopo decenni passati a studiare la contaminazione dell’atmosfera, dei mari e della terra, - prosegue la nota - gli scienziati dell’ambiente stanno rivolgendo la loro attenzione a una zona di inquinamento fin qui troppo trascurata: noi stessi. L’uomo è il collettore di tutto ciò che lo circonda».

Impatto Zero fa presente, inoltre, che i contaminanti principali sono i metalli tossici «e a Taranto ne abbiamo in abbondanza. Essi entrano nel nostro organismo in forme o dosaggi tali da disturbare o danneggiare (in modo più o meno grave, a breve o a lungo termine) i normali equilibri della salute. I metalli pesanti hanno una spiccata affinità per le strutture più nobili dell’organismo (neuroni, sistema nervoso, Dna cellulare) e varcano senza problemi le normali strutture protettive dell’organismo, come la barriera ematoencefalica (sanguecervello) e la placenta, che dovrebbe difendere il feto.

Il danno provocato dai metalli tossici - prosegue la nota - è di diverso tipo. Il primo (il più vistoso e il più raro) è l’avvelenamento acuto. Questa forma è legata in genere a incidenti o a intossicazione professionale e di solito presenta sintomi ben precisi, che ogni medico è addestrato a riconoscere e che richiede cure immediate. Una forma analoga, ma meno acuta e pericolosa, è l’avvelenamento cronico, cioè l’esposizione regolare a dosi tossiche non letali,
ma comunque abbastanza importanti da provocare sindromi riconoscibili. Ma c’è un tipo di danno, più subdolo: il sovraccarico tossico, vale a dire il lento accumulo di sostanze dannose in un organismo non sufficientemente attrezzato a smaltirlo.

Questo - secondo Impatto Zero - è il livello che ormai riguarda tutti i tarantini».metalli tossici, fanno presente i componenti l’associazione, occupano i siti biologici che nel metabolismo sano sono occupati dai minerali nutrizionali essenziali. «In pratica i metalli tossici si insediano nelle molecole funzionali (enzimi, ormoni, eccetera) ostacolando il regolare funzionamento dei processi vitali. C’è una spiccata affinità chimica tra i metalli pesanti e le molecole lipidiche dell’organismo: purtroppo questo significa le parti più preziose del corpo, dal cervello al Dna.

Aumentano la produzione dei radicali liberi, le molecole-bomba che (quando sono in eccesso) distruggono le cellule e i tessuti, provocando invecchiamento precoce, mutazioni cellulari e problemi vascolari. Il 9 gennaio 2002, - si legge sempre nella nota - l’Oms presenta un secondo rapporto sulle "Aree ad elevato rischio ambientale" tra le quali è inserita l’area di Taranto e che prende in considerazione gli anni dal 1990 al 1994.

Anche questo studio evidenzia nell’area di Taranto per gli uomini un eccesso di mortalità generale, della mortalità per cause tumorali ed in particolare per le neoplasie del polmone e della pleura. Per le donne l’eccesso di mortalità si registra per le neoplasie del polmone e della pleura oltre che della mammella e del fegato. In entrambi i sessi è presente un eccesso del 30% di mielosi.

Nel corso dello stesso anno - conclude la nota - l’assessorato all’Ambiente, Ecologia e Sanità del Comune di Taranto realizza un’indagine sul monitoraggio dei metalli presenti nelle polveri aerodisperse nell’atmosfera, Taranto (Rapporto gennaio-maggio 2002) in cui si rileva un aumentata presenza di metalli pesanti e soprattutto nelle zone più vicine all’area industriale».

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