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Un rogo al giorno, Barletta sotto choc

Ci sono volute ore perché i vigili del fuoco spegnessero l'incendio innescatosi ieri mattina in un opificio tessile di Barletta. Una parte del capannone dopo l'incendio è stata dichiarata inagibile La polizia e gli stessi vigili del fuoco ritengono che l'incendio possa essere di origine dolosa
21 luglio 2008
Carmen Carbonara
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- BARLETTA — Ancora fiamme ieri in un'azienda di Barletta, dopo l'incendio che soltanto venerdì aveva distrutto i depositi esterni della Transmar. Questa volta le fiamme sono scoppiate intorno alle 8 di mattina all'interno di un opificio tessile, in via del Gelso, a circa 200 metri dal cimitero, utilizzato come deposito di scarti di lavorazione, già in disuso perché sottoposto a ben due sequestri: il primo, circa un anno fa, da parte della Guardia di Finanza per reati ambientali connessi al deposito abusivo di rifiuti, e il secondo, qualche mese dopo, da parte della polizia municipale, per difformità di tipo edilizio.

Da ieri una parte del capannone, proprio a seguito dell'incendio, è stata dichiarata inagibile e comunque l'intera struttura non è più nella disponibilità del proprietario da due settimane, da quando cioè un primo incendio era scoppiato all'esterno distruggendo solo le sterpaglie e il tribunale aveva nominato un custode giudiziale dell'area.

Tutte ancora da determinare le cause dell'incendio, anche se la polizia e i vigili del fuoco sembrerebbero propendere per l'origine dolosa. Mentre saranno gli uomini del Sis (la squadra investigazioni scientifiche) dei carabinieri a cercare di far luce sulle cause dell'incendio, di ben più ampie proporzioni, che venerdì ha devastato i depositi esterni della Trasmar, azienda specializzata in trattamento di rifiuti speciali non pericolosi come plastica, carta e legno (li trasforma in cdr da avviare agli impianti di combustione).

Ieri mattina hanno prelevato campioni di ciò che è rimasto dopo il rogo, alla ricerca di un liquido o qualsiasi altro elemento utile a capire le cause dello stesso e poi raffronteranno i risultati con le immagini dall'alto registrate il giorno prima grazie agli elicotteri. Il pm di turno della procura di Trani, Carla Spagnuolo, ha aperto un fascicolo che non contiene per ora ipotesi di reato.

Si escludono collegamenti tra questo e l'incendio all'opificio tessile. Quello della Trasmar rimane un giallo, dal momento che qualche minuto prima che scoppiasse l'incendio, alle 6 di mattina, gli uomini della vigilanza erano passati senza notare nulla e l'azienda era comunque assicurata. Mentre il titolare ha dichiarato di non aver mai subito richieste estorsive o minacce. Nonostante l'intensità delle fiamme e i danni provocati, la struttura non è però stata intaccata e per fortuna non ci saranno conseguenze ambientali. La centralina di via Trani ieri ha misurato livelli di polveri sottili nell'aria (il cosiddetto Pm10) nella norma, mentre venerdì quando era in corso l'incendio questi erano quattro volte superiori e a incendio spento il doppio. Per maggiore tranquillità si attendono i risultati degli esami dell'Arpa, previsti per martedì.

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