Spiagge, scatta il piano contro l'erosione
BARI — La Puglia guadagna più di ottanta chilometri di costa rispetto alle misurazioni ufficiali, ma nel frattempo fa i conti con il fenomeno dell'erosione, che in alcune zone del Salento ha divorato fino a 150 metri di spiaggia. Sono i dati più interessanti emersi dallo studio svolto dal Politecnico di Bari, commissionato dalla Regione Puglia per stendere il Piano regionale delle coste, che ieri è stato presentato alla stampa dall'assessore alla Trasparenza, Guglielmo Minervini. Rispetto agli 860 chilometri, fino ad ora ritenuti la lunghezza costiera della regione, è stata calcolata una nuova misura di 943 chilometri, esattamente 83 in più.
Questo dato, però, non va messo in relazione con l'azione erosiva del mare, perché è il risultato di una rilevazione che si à basata su un sistema informatico che ha ricalcolato digitalmente i contorni pugliesi. Un aggiornamento, quindi, delle stime ufficiali, che si basavano su calcoli fatti sulla vecchia cartografia. Preoccupante, invece, appare la perdita di fasce costiere in alcune zone della Puglia, come hanno spiegato i professori Antonio Felice Petrillo e Francesco Selicato, rispettivamente dei dipartimenti di Architettura e urbanistica e di Ingegneria delle acque e Chimica del Politecnico, presenti alla presentazione insieme a Minervini. Le zone più colpite dal fenomeno sono quelle a Sud e a Nord dell'Ofanto, in un raggio di cinque chilometri in entrambe le direzioni e diverse zone del Salento, a Lecce e soprattutto nelle aree di Alimini e Ugento, dove incide particolarmente la distruzione delle dune di sabbia, a causa dell'uomo.
L'azione dell'acqua marina, che si infiltra negli spazi lasciati liberi dalle dune, risulta più potente e quindi accelera l'arretramento della spiaggia. Ad Ugento, in particolare, la costa è arretrata verso l'entroterra di circa 150 metri nella zona di Torre Mozza, ma una forte erosione si registra anche a Torchiarolo e Vernole. «A questa situazione della costa - ha spiegato l'assessore Minervini - cerchiamo di rispondere con il Piano regionale specifico, una rivoluzione nella materia, fino ad ora basata sulla somma dei piani dei singoli Comuni». Previsto dalla legge regionale numero 17 del 2006, il Prc costituisce la base per la programmazione e per la conoscenza del territorio, considerando tutta la parte di territorio regionale dalle coste fino a quattro chilometri nell'interno.
Il piano fissa i criteri per il rilascio delle concessioni demaniali per fini turistici (quindi stabilimenti balneari, per esempio), subordinando i permessi alla tutela delle aree più a rischio. Per esempio, il Prc vieta il rilascio, il rinnovo e la variazione delle concessioni nelle aree in cui si trovano lame, canali alluvionali, foci di fiumi e zone archeologiche.
In tutta la Puglia, infatti, sono state individuate le condizioni del territorio costiero, evidenziandone le «criticità» e «sensibilità» ambientali, in relazione sia ai fattori naturali che a quelli umani che incidono sull'erosione. Il piano delle coste, come ha assicurato Minervini, sarà aggiornato continuamente, intanto sarà approvato dal consiglio regionale a settembre, poi i Comuni pugliesi avranno 60 giorni di tempo per recepirlo e presentare il piano territoriale.
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