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Matacchiera: «Il depuratore Gennarini inquina i lidi»

La condotta sottomarina del depuratore Gennarini continua a scaricare liquami fognari a 460 metri dagli stabilimenti balneari di Taranto. Asl e Arpa insieme al Comune di Taranto sono le istituzioni chiamate a dare risposte ad un allarme che si ripete a sei anni di distanza dalla prima denuncia
26 luglio 2008
Nazareno Dinoi
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- L'allarme lo ha lanciato per la seconda volta in sei anni il sub ambientalista Fabio Matacchiera che ha preso la sua macchina fotografica ed ha documentato quello che avviene poco più in là dei lidi frequentati dai bagnanti tarantini. Le ispezioni subacquee hanno riguardato il punto di rottura principale della condotta di cemento distante circa 460 metri dalla riva.

«Ho potuto filmare con inequivocabile certezza specialmente nelle prime ore delle mattinate dei giorni 17 e 21 luglio spiega l'autore della denuncia - che dalla condotta sottomarina continua a fuoriuscire, in grande quantità, liquame giallo bruno emanante un olezzo acido, tipico dello scarico di fogna».

Proprio nel punto in cui lo stesso Matacchiera, 6 anni fa, documentò lo stesso insulto ambientale che provocò un'inchiesta della magistratura tarantina conclusa con 5 condanne in primo grado, emesse il 17 aprile del 2007, nei confronti dell'ingegnere Carlo Salvi e dell'architetto comunale Marcello Vuozzo (3 anni e 4 mesi per truffa, frode ai danni del Comune e falso), degli imprenditori Franco Cappelloni, Andrea Chiodoni e Francesco Moroni (2 anni e 9 mesi per frode ai danni del Comune). Da quella prima denuncia furono appaltati ed eseguiti i lavori di consolidamento della condotta per un importo di due miliardi di vecchie lire. In tutto l'infrastruttura è costata sinora cinque milioni di euro.

La scoperta dell'ambientalista e documentarista tarantino pone un dubbio sulla salubrità della balneazione nei lidi circostanti. «Non posso certo pronunciarmi al riguardo», avverte Matacchiera che cerca così di evitare eventuali allarmismi. «Non è detto però che le acque prospicienti non siano balneabili. Potrebbero però essere a rischio - aggiunge - , data la vicinanza della rottura della condotta per cui i liquami, in particolari condizioni di vento e di corrente, potrebbero in qualche modo, anche se in forma diluita, raggiungere le affollate spiagge antistanti». Di questo probabilmente si dovranno occupare gli uffici preposti della Asl e dell'Arpa su sollecito del Comune di Taranto che vorrà vederci chiaro sull'ennesimo scandalo del Gennarini.

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