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Rigassificatore in forse, certo il terminal del gpl

Brindisi: Accolto il ricorso contro Regione e Provincia. Sarà il più grande d'Italia. Via libera del Consiglio di Stato: l'impianto si farà. Ipem con cinque i nuovi super-serbatoi interrati di gas propano aumenterà la sua presenza.
28 luglio 2008
Marcello Orlandini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- BRINDISI — Non si sa se Brindisi avrà o meno il rigassificatore di metano della British Gas, ma intanto è certo che diventerà presto il più grande terminal italiano di propano. Gpl prima del Gnl. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, con una sentenza che esclude di fatto dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale il progetto della Ipem Srl, la società controllata in maniera paritaria dalla Fvh Srl di Novara (gruppo Careri), e dalla finanziaria australiana Allco. Che acquistando il 50 per cento del pacchetto Ipem nel 2007 ha effettuato la sua prima operazione in Italia.

Ipem (Industria petroli meridionale), porterà con cinque nuovi super-serbatoi interrati da 14mila a 25mila tonnellate la capacità di uno dei suoi due depositi di Brindisi, e complessivamente a 52.500 metri cubi la capacità di stoccaggio dello stabilimento in zona industriale.

Le sconfitte in questa vicenda sono la Regione Puglia e la Provincia di Brindisi, la prima come opponente nel ricorso al Tar presentato dalla Ipem, la seconda come ente che aveva sollecitato alla Regione l'assoggettamento a Via del progetto. L'Ipem aveva ottenuto il 22 novembre 2006 il permesso a costruire dal Comune di Brindisi, fatto che aveva colto di sorpresa anche l'assessore all'Urbanistica ed il sindaco. Ma a gennaio la Regione Puglia aveva deciso che il progetto andava sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale, inducendo l'azienda a ricorrere al Tar. Ciò era avvenuto dopo che il 29 settembre 2006 dall'assessorato all'Ecologia della Regione erano stati ammesse integrazioni e chiarimenti da parte della provincia di Brindisi in ordine alla procedura.

L'Ipem aveva sollevato il problema del mancato parere entro i 60 giorni della Regione alla domanda di non assoggettamento a valutazione di compatibilità ambientale, ritenendo quindi di potersi avvalere del principio del silenzio- assenso, ma la risposta era stata che i termini erano stati sospesi dall'acquisizione dei nuovi elementi. Ipem aveva perciò impugnato la decisione del funzionario regionale del 29 settembre 2006 per eccesso di potere.

La vicenda si era messa subito in salita per Ipem, rappresentata dall'avvocato Ernesto Sticchi Damiani, ma i lavori di ampliamento intanto andavano avanti, grazie al permesso a costruire che nel 2007 perdeva sia davanti al Tar che al Consiglio di Stato in sede cautelare (richieste di sospensiva respinte), e anche nel merito sempre davanti al Tar di Lecce.

Il Consiglio di Stato, con sentenza depositata a giugno e notificata nei giorni scorsi, ha invece ribaltato tutto in sede di merito vanificando le tre vittorie ottenute dall'avvocato della Regione, Maria Liberti, stabilendo che il provvedimento impugnato da Ipem e una nota della Provincia del 21 dicembre del 2006 non rientrano nella categoria «richieste di integrazione e chiarimenti» previste dalla legge regionale numero 11 del 12 aprile 2001 sulla Valutazione di impatto ambientale. Il Tar aveva invece considerato circostanziate le osservazioni della Provincia inviate alla Regione, giusta l'applicazione della sospensiva, e non aveva condiviso l'ipotesi che la scadenza dei termini potesse escludere la Via.

Resta un problema: le navi gasiere col Gpl scaricano a poche centinaia di metri dalla banchina traghetti. Il problema di un terminal lontano dal porto commerciale è ammesso anche da Ipem, ma chi deve provvedere ad un nuovo terminal - dice l'azienda, disposta a spostare l'attracco - è l'Autorità portuale. Il ritardo c'è, il problema sicurezza pure.

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