Primo No dalla Regione al progetto Gas Natural
ll Comitato VIA ha espresso nella seduta del 29 luglio parere negativo sul progetto di impianto di rigassificazione presentato dalla Gas Natural a Taranto. Un risultato importantissimo per la nostra città che vede così riconosciuta la pericolosità di un impianto che si voleva al centro della già affollata area industriale jonica.
Il parere è stato motivato da considerazioni che attengono al problema dello smaltimento delle enormi quantità di fanghi necessari per la costruzione dell’impianto, ma soprattutto all’alto rischio connesso alla presenza di altri impianti ad elevato impatto ambientale a pochi metri dalla città (Ilva, Agip, Cementir,Sanac, solo per citarne alcuni).
Per Taranto, da anni dichiarata per legge città ad elevato rischio di crisi ambientale, il pronunciamento del comitato tecnico regionale va, finalmente, nella direzione dell’applicazione di quei provvedimenti che le istituzioni hanno il dovere di porre in essere per assicurare un progressivo alleggerimento del carico inquinante.
Taranto non può reggere il peso di un impianto che, a pochi metri di distanza dalle torce della raffineria e dallo stabilimento siderurgico Ilva, in caso di incidente, rischierebbe di innescare un effetto domino letale per la città: il parere espresso nella seduta del 29 luglio, è per noi del Comitato contro il Rigassificatore la conferma della fondatezza delle nostre osservazioni, elaborate e presentate al Ministero dell’Ambiente e allo stesso comitato tecnico regionale.
Ciò dimostra che i timori e le forti perplessità sollevate dalla cittadinanza, che si volevano far passare per il solito allarmismo di un certo mondo ambientalista, rappresentavano, al contrario, il doveroso approccio verso progetti che la città non è più in grado di sostenere e che rischiano di impedire la valorizzazione delle alternative che a gran voce la cittadinanza vuole veder realizzate.
Una vicenda che conferma, una volta di più, come la sana pressione che i cittadini possono esercitare sulle istituzioni, può risultare decisiva per la salvaguardia del nostro territorio e la tutela della salute pubblica.
Riteniamo che questa valutazione non sia un punto d'arrivo, ma debba piuttosto costituire il punto di partenza per un riscatto della città che possa passare dalla valorizzazione del nostro porto in chiave turistica e commerciale (opportunità che sarebbe stata definitivamente impedita dalla presenza dell’impianto di rigassificazione).
Pensiamo al recupero della città vecchia a favore di un turismo culturale ed artistico che renda giustizia alle potenzialità del territorio, alla realizzazione di una rete di collegamenti stradali che permettano a Taranto di inserirsi a pieno titolo in un contesto nazionale ed internazionale capace di assicurare sviluppo eco-compatibile e vera occupazione (di quella dignitosa da non dover pagare al prezzo carissimo della vita e della salute).
Dopo il secco No dell’amministrazione comunale, quindi, e la ritrovata (e speriamo autentica) opposizione della Provincia, ci attendiamo che la Regione Puglia esprima un parere politico altrettanto nettamente contrario a questo progetto.
Archiviata la tormentata vicenda del rigassificatore, Taranto dovrà tornare a concentrarsi sul proprio futuro a partire dalla recente missiva del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che apprezziamo e consideriamo fondamentale per la prosecuzione di un cammino di emancipazione dall’opprimente ed invasivo monopolio industriale.
Firmano per il Comitato contro il Rigassificatore
Arturo Acacia
Lea Cifarelli
Michele Carone
Leo Corvace
Lucrezia Maggi
Alessandro Marescotti
Luigi Oliva
Antonietta Podda
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