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Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)

UIL, giudizio negativo sull’adeguamento impiantistico dell’Ilva

La relazione che la Regione Puglia ha presentato ai Ministri dell’Ambiente e a quello dello Sviluppo Economico evidenzia in maniera molto chiara che non sussistono le condizioni per rilasciare all’ILVA l’AIA.
31 luglio 2008
Aldo Pugliese

- E’ complessivamente negativo il giudizio della Uil di Puglia e di Taranto rispetto al mancato adeguamento impiantistico per la riduzione delle emissioni inquinanti e alla inadeguatezza del “rapporto di sicurezza ILVA” che, peraltro, non ha ottenuto la valutazione del Comitato tecnico Regionale. E’ quanto la delegazione del Sindacato ha ribadito nell’incontro con l’Assessore regionale all’Ambiente, Michele Losappio.

La relazione che la Regione Puglia ha presentato ai Ministri dell’Ambiente e a quello dello Sviluppo Economico evidenzia in maniera molto chiara che non sussistono le condizioni per rilasciare all’ILVA l’autorizzazione integrata ambientale (AIA). Nel merito, la Uil ha fatto presente la necessità che debba essere la Regione a fissare per legge i limiti emissivi degli impianti industriali a partire dalla diossina, così come ha fatto la Regione Friuli Venezia Giulia, fissando tale limite a 0,4 nanogrammi TEQ/Nm3.

Questa riduzione – ha sostenuto la delegazione Uil - la si può ottenere utilizzando le teconologie già presenti sul mercato. Risultati peraltro già realizzati in Germania e Gran Bretagna”.

È inoltre “assolutamente improcrastinabile l’installazione sul camino E 312 del campionamento automatico in continuo della diossina.

Più in generale la Uil Puglia ha fatto presente che gli interventi che l’ILVA ha sinora realizzato sono stati quelli di semplice rifacimento, ripristino di revamping e di carattere di semplice manutenzione, “che in alcuni casi hanno anche peggiorato la situazione così come è avvenuto nel rifacimento delle batterie della cokeria”.
Inoltre è stato denunciato che in nessuno dei programmi sinora presentati sono presi in considerazione provvedimenti sui parchi minerali, sulle acque di discarica a mare, sull’acciaieria 1, sulle altre 280 emissioni convogliate (camini), sulle emissioni diffuse, sulla megadiscarica.

La Uil di Puglia e di Taranto auspica che su quanto esposto si apra un confronto serrato in tempi brevi e che la Regione Puglia “assuma tutti i provvedimenti che le competono a salvaguardia dell’ambiente, della salute pubblica e consolidando i livelli occupazionali”.

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