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Ilva-Regione, scontro frontale

È scontro frontale tra la Regione puglia e l´Ilva, l´industria siderurgica tarantina. Ieri l´assessore all´Ambiente, Michele Losappio, ha presentato i dati dell´ultima campagna sul monitoraggio delle diossine.
1 agosto 2008
Giuliano Foschini
Fonte: Repubblica

- Cambiare la legge nazionale, come giovedì il presidente Nichi Vendola ha chiesto al governo Silvio Berlusconi. E introdurre anche in Italia i limiti europei che di fatto costringerebbero l´Ilva a cambiare radicalmente la produzione. O a chiudere lo stabilimento. È scontro frontale tra la Regione puglia e l´Ilva, l´industria siderurgica tarantina.

Ieri l´assessore all´Ambiente, Michele Losappio, ha presentato i dati dell´ultima campagna sul monitoraggio delle diossine: scendono rispetto a sei mesi fa, «verosimilmente in virtù del processo di bonifica avviata dall´Ilva» scrive l´assessore Losappio, ma «risultano ancora troppo consistenti». Per questo la Regione chiede al ministero prima di rilasciare l´Aia (l´Autorizzazione integrata ambientale, necessaria all´azienda per il prosieguo dell´attività) di mettere nuovi paletti.

«La situazione è molto allarmante per la salute della popolazione tarantina - ha detto Losappio - La Regione considera assolutamente insufficienti gli interventi fino ad ora messi in campo dall´Ilva per ridurre le emissioni di diossina. Nonostante la presenza complessiva di diossina nell´aria si sia ridotta del 50 per cento e la quantità di diossina sia scesa a 2,5 nanogrammi, sarebbe impensabile accontentarci». La Regione accusa l´Ilva di non aver rispettato tutti gli impegni presi con la giunta Vendola tre anni fa quando fu sottoscritto il protocollo d´intesa.

«Il 25 per cento delle opere di ambientalizzazione tese a ridurre l´inquinamento non è stato fatto per niente, un altro 25 per cento è in corso di definizione, e un 50 per cento è già alle nostre spalle» dice Losappio. «Il cronoprogramma dell´Ilva - ha aggiunto - prevede che gli interventi per limitare l´inquinamento comincino il 2010 e terminino il 2014, invece la Regione Puglia chiede che entro il 2010 il limite di diossina nell´aria scenda sotto il livello di un nanogrammo, altrimenti non concederemo l´autorizzazione Aia».

«La Regione - ha proseguito - considera i tempi proposti dall´Ilva, assolutamente fuori dalla possibilità di essere digeriti dal nostro territorio. Per la diossina si può discutere di un livello che si avvicini a 0,8 nanogrammi ma non si può assolutamente parlare di tre, oppure quattro nanogrammi. O c´è lo sforzo definito dell´azienda oppure ogni parte si riterrà libera rispetto agli accordi sottoscritti».

La Regione aspetta quindi una risposta dal governo nazionale. Ieri poteva essere la giusta occasione, visto che il presidente Vendola ha incontrato a Roma il premier Silvio Berlusconi per ragionare di politiche regionale. «Un incontro surreale e inconcludente» dice però Vendola.

Alla lettera inviata ieri dal governatore a Berlusconi risponde però l´Ilva. A muso duro: «Circa un presunto ricatto occupazionale da parte dell´Ilva è sin troppo evidente che mai in passato l´Ilva abbia utilizzato un´arma di questo tipo, semmai possa essere ritenuta un´arma, né tanto meno lo sta facendo ora o lo farà in futuro». Riva attacca, seppur senza mai chiamarlo in causa direttamente il direttore dell´Arpa, Giorgio Assennato, che nei giorni scorsi aveva parlato della chiusura delle cokerie. «Parole che mettono direttamente a rischio, non solo il lavoro di migliaia di persone, ma anche tutte le attività compiute dalla Regione e da tutte le altre istituzioni di concerto con l´Ilva».

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