Losappio: sull'Ambiente è finita la stagione delle attese
La riunione fa seguito al “nuovo corso” avviato dalla Regione Puglia nella vertenza ambiente. Via Capruzzi chiede all’Ilva un’accelerazione sui tempi e sulle modalità di riduzione delle emissioni di diossine in relazione al rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale.
L’argomento, l’altro ieri è stato oggetto di un incontro al ministero dell’Ambiente. Una riunione che si è conclusa in modo interlocutorio e con l’assunzione di alcuni impegni. “La Regione - si legge in una nota - ha depositato con il sostegno di Arpa un proprio documento. L’Ilva, ha dichiarato la propria disponibilità a presentare in tempi strettissimi un nuovo cronoprogramma per l’applicazione del procedimento urea teso a ridurre le emissioni delle diossine e, nel mese di settembre, una proposta integrativa relativa a nuove tecnologie che agirebbero insieme a questo procedimento per ridurne le quantità. La Regione si riserva di valutare queste ulteriori proposte quando verranno for malizzate”.
Insomma la posizione della giunta Vendola non cambia. Ne abbiamo parlato con l’assessore regionale all’Ambiente, Michele Losappio.
Tra Ilva e Regione si apre uno scontro?
“Il conflitto è una ipotesi, ma non è assolutamente necessario. Lo sarà se l’Ilva non presenterà un piano di abbattimento della diossina e di completamento delle opere di ambientalizzazione in sintonia con le esigenze dei tarantini e del territorio. Ciò significa tempi più stretti, emissioni inquinanti molto più ridotte e completamento delle opere a tamburo battente”.
Nel concreto cosa chiedete?
“Abbiamo presentato un documento per punti. Nello specifico della diossina chiediamo che i procedimenti per abbattere questo veleno si concludano entro il 2010 e non nel 2014 e che comportino la riduzione del 100% rispetto ai valori emersi negli ultimi controlli. A nostro avviso si deve scendere al di sotto di un nanogrammo per metro cubo”.
E se l’Ilva non dovesse accogliere queste indicazioni?
“La Regione considera conclusa la fase dei piccoli passi, auspica che una grande società come Ilva non segua la vecchia strada di contrappor re il lavoro alla salute. In Puglia c’è grande bisogno di lavoro ma si lavora se si è vivi, altrimenti non c’è niente da fare. Contiamo sul fatto che una società con quella storia comprenda che raggiungere un equilibrio tra salute e produzione sia un elemento di merito con un forte ritorno d’immagine. Confidiamo, quindi, sul buon senso dell’Ilva”.
Ritiene chiusa la stagione del dialogo con l’azienda siderurgica?
“Il dialogo è sempre aperto. Ma è finita la stagione dell’attesa”.
Cosa è cambiato negli ultimi mesi per determinare questo cambiamento di strategia da parte della Regione?
“Abbiamo avuto le proposte dell’Ilva, abbiamo ricevuto i risultati sulle diossine durante la sperimentazione dell’urea. Abbiamo confrontato i dati e ci siamo resi conto che non si tratta di un esito soddisfacente per il territorio ionico e per la nostra regione”.
La battaglia sulla diossina non si vince senza una normativa nazionale più severa.
La lettera di Vendola a Berlusconi va letta in questo senso?
“La norma nazionale che riguarda le diossine consente di immettere in atmosfera
qualsiasi quantità e questo in un territorio già gravato da altri insediamenti industriali, come quello tarantino, non è tollerabile”.
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Il commento dei Partiti: vanno abbassati i limiti di emissione della diossina
“L’attacco di Pietro Lospinuso, consigliere regionale di An, verso gli enti locali pugliesi governati dal centrosinistra si regge su un presupposto sbagliato. E’ grave che chi è stato assessore regionale non sappia che i limiti di diossina li fissa il ministero dello sviluppo economico”. Lo sostiene il capogruppo dei Comunisti Italiani in Consiglio regionale, Cosimo Borraccino.
“Cosa c’entrano – ribadisce l’esponente del Pdci - i ritardi per l’accordo di programma per la riqualificazione del rione Tamburi, su cui pure possiamo indagare (la giunta Di Bello aveva presentato un progetto incompleto), con i dati allarmanti della diossina emessa dalle ciminiere dall’Ilva? Lospinuso è abituato, invece, a fare polemiche strumentali e dimentica che la Puglia è stata governata per oltre un decennio dalla destra e che il Comune di Taranto (quello del dissesto più grande della storia repubblicana) è stato governato dalla destra per dieci anni”. Secondo Borraccino “solo con il centrosinistra e la giunta Vendola, l’Arpa guidata da una persona autorevole come il prof. Assennato, ha assunto finalmente dignità e autonomia funzionale. Prima, c’era il vuoto assoluto. Ripeto, a beneficio di Lospinuso, i limiti della diossina li fissa il governo. Quello che stava prima (Prodi) e quello che sta oggi (Berlusconi). Per questo chiedo al collega Lospinuso di mettere da parte questi interventi e di dare il suo contributo alla mia richiesta di convocazione di un consiglio regionale monotematico sulla diossina”.
Sullo stesso argomento interviene anche l’europarlamentare del Pdl, Marcello Vernola secondo il quale “il presidente della Regione Puglia, invece di vedere rispettato il termine del 31 marzo per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA), chiede al presidente del Consiglio di variare la legislazione sulla diossina. L’assessore regionale all’Ambiente, invece di vedere rispettato il termine del 31 marzo per il rilascio della certificazione di impatto ambientale, sostiene che l’Ilva non può prendersi anni e anni di tempo per una produzione più ecocompatibile.
Ma perché loro, gli amministratori regionali, non hanno rispettato e fatto rispettare quel termine del 31 marzo fissato dall’Unione europea? Il miglioramento della produzione di un’importante, strategica azienda come l’Ilva, passa attraverso scelte che non possono essere dilatorie da parte del governo deputato a compierle, il governo regionale.
La sottoscrizione di un accordo di programma, la scorsa primavera, da parte della Regione con alcune grandi aziende fra cui l’Ilva, ha soltanto avuto un effetto dilatorio. Non è la strada giusta da seguire. L’Ilva va accompagnata con politiche adeguate ad un miglioramento in senso ecocompatibile della sua produzione siderurgica; ma quando, con accordi di programma che portano solo a perdere tempo, si mette a rischio di sanzione europea l’Italia (come sottolineo da molti mesi) si sbaglia tutto”.
Di ambiente si occupa Gaetano Carrozzo, presidente dell’associaszione “I riformisti”. “Il dato più rilevante che emerge con chiarezza dalle ultime relazioni dell’Arpa - scrive - è che una riduzione significativa dei livelli di inquinamento è del tutto incompatibile con gli attuali livelle produttivi con particolare riferimento alle cookerie. Il che dimostra che tutta la politica concertativa sostenuta negli ultimi anni dalla Regione e fatta propria dagli Enti Locali ionici poggia su basi incerte e non credibili. Non spetta a me dire se il cook è reperibile o acquistabile sui mercati internazionali e che conseguenze avrebbe questa scelta sui cospicui utili dell’Ilva. È necessario però fare subito quadrato respingendo il reiterato tema del ricatto occupazionale. Il tema vero da porre al Governo nazionale è come creare posti di lavoro alternativi, dopo attenta verifica sulla necessità di eventuali tagli occupazionali derivanti dall’ineludibile bonifiche.
Qui il tema è chi paga? In che misura può concorrere l’azienda privata che ha inquinato? In che misura può concorrere lo Stato? O cominciamo a ragionare così o la questione ambientale a Taranto rimarrà irrisolta e con ciò andranno a farsi benedire tutte le ipotesi di riscatto e di sviluppo dell’area ionica”.
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