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L'Allarme dei Verdi: AIA, tutto da rifare

Il ministro Prestigiacomo ha azzerato la commissione Ipcc. “L’accordo di programma sottoscritto dall’ex ministro Pecoraro Scanio per la concessione delle Autorizzazioni integrate ambientali, non potrà essere rispettato”
14 agosto 2008
Mario Lisippo
Fonte: Corriere del Giorno

- Tutto da rifare. Il ministro dell’Ambiente, Daniela Prestigiacomo, ha azzerato la commissione IPPC abbattendo di fatto le istruttorie tecniche su circa 70 richieste Aia (Autorizzazione integrata ambientale) avanzata da altrettante industrie, tra cui l’Ilva di Taranto. Un grave passo indietro quindi, poiché l’accordo di programma, sottoscritto nello scorso aprile dall’ex ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, prevedeva la progressiva riduzione dell’inquinamento nel settore manifatturiero italiano.

La Prestigiacomo ha motivato l’azzeramento facendo notare che la commissione IPPC non aveva concesso alcuna autorizzazione. In realtà, la commissione insediata nell’ottobre del 2007 aveva preparato 78 istruttorie e, entro settembre 2008, avrebbe dovuto rilasciare 70 Aia. «Questo non è un iter semplice e immediato - ci spiega Erasmo Venosi, responsabile nazionale ambiente dei Verdi - regioni efficienti come la Lombardia impiegano circa 12 mesi per concedere le Aia su impianti industriali di complessità di gran lunga inferiore rispetto a quelli di Taranto».

Tecnicamente l’IPPC (acronimo di Integrated Pollution Prevention and Control) abbandona le strategie caratterizzate da interventi di riduzione dell’inquinamento alla fine del processo produttivo e attua un approccio preventivo e integrato che punta a evitare o, quantomeno, a ridurre le emissioni intervenendo alla fonte durante le varie fasi del processo stesso. A tal proposito, infatti, ieri si è tenuta una conferenza dei Verdi nel palazzo della Provincia a cui hanno preso parte, oltre a Venosi, anche l’assessore comunale all’Attività Produttive e attuale esponente dei Verdi nella giunta Stefàno, Francesco Paolo Calcante e Gregorio Mariggiò, dirigente regionale dei Verdi.

Oltre alla riduzione integrata dell’inquinamento, la procedura IPPC prevede anche la riduzione dei consumi, l’efficienza dell’uso dell’energia, delle materie prime e le misure necessarie a prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze. I Verdi della provincia di Taranto, che si sono impegnati a fondo per la costituzione della commissione, denunciano la gravità di questa “inutile” bocciatura da parte dell’attuale ministero dell’Ambiente rilevando «una consapevole e quindi deplorevole volontà del Governo in carica di limitare un miglioramento ambientale».

Di conseguenza, secondo i Verdi, l’accordo di programma sottoscritto dall’ex ministro Pecoraro Scanio per la concessione delle autorizzazioni integrate ambientali agli stabilimenti italiani, non potrà essere rispettato. «Sappiamo solamente che nell’attuale commissione - spiega Venosi - sono stati nominati tre magistrati... il che ci lascia perplessi. Non voglio metto in discussione la loro competenza, ma nella nostra commissione avevamo studiosi e scienziati altamente specializzati e competenti. Fra questi, il Prof. Caglioti professore ordinario di chimica alla Sapienza di Roma».

Tanta delusione dunque, ma anche molta rabbia. «Non possiamo tollerare il diktat di Riva che ci obbliga a scegliere tra salute e occupazione - afferma Calcante - avremmo dovuto impedire già vent’anni fa che si arrivasse a questo punto di rottura».

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