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Ilva in Parlamento la Regione: fiducia nei dati Arpa

Lo scontro sull´Ilva arriva tra qualche giorno in Parlamento. Le analisi erano state contestate e ritenute non valide dal ministero dell´Ambiente. Boccia: "Il governo non può imbrogliare Taranto".
22 agosto 2008
Antonio Di Giacomo
Fonte: Repubblica

- «A Taranto non si può più giocare con la vita degli altri». Francesco Boccia, deputato del Pd e già liquidatore del dissesto del capoluogo jonico, porterà in aula un dossier sulla fabbrica e sulle rilevazioni di diossina, e intanto tuona contro il ministero dell´Ambiente che ha contestato i dati rilevati dall´Arpa sui veleni immessi nell´atmosfera dallo stabilimento siderurgico. E non è il solo. «Piena fiducia verso la professionalità e la qualità scientifica dell´attività dell´Arpa Puglia» viene espressa pure dall´assessore regionale all´Ecologia, Michele Losappio.

«La completa sinergia istituzionale - continua Losappio - definita tra Regione, Provincia, Comuni di Taranto e Statte ed Arpa, e la piattaforma sulla riduzione delle diossine e sulla attuazione del protocollo d´intesa rappresentano la migliore garanzia per i tarantini ed i pugliesi sulla necessità di coniugare sempre più la tutela della salute e del territorio con il lavoro e lo sviluppo.

Rincara invece la dose, come un fiume in piena, Francesco Boccia: «Il governo non può imbrogliare Taranto. Se le notizie anticipate ieri da Repubblica Bari trovassero conferma nel ministero dell´Ambiente, saremmo politicamente di fronte a un bivio senza precedenti: sì o no a questo tipo di Ilva. È finito il tempo di anteporre strumentalmente il diritto a un posto di lavoro rispetto al diritto alla salute». Per l´economista, insomma, il governo deve acquisire consapevolezza che «non si può più parlare di diossina quasi fosse una pratica burocratica che gli uffici si rimpallano per scrollarsi di dosso ogni responsabilità, scaricandola ad altri».

E non manca un vibrato j´accuse all´Ilva. «Non è ammissibile nel 2008 che - insiste il deputato del Pd - un´azienda produca utili per 2,5 miliardi in quattro anni e non investa nulla sul territorio più martoriato e sfruttato. L´Ilva deve farlo subito senza procrastinare oltre, impiegando tutte le risorse disponibili e necessarie per ridurre l´impatto ambientale. Riva ha il dovere di investire per la riduzione della diossina a Taranto una parte degli utili di questi anni. In quale città d´Europa esiste, d´altra parte, un´azienda che occupa una superficie superiore al doppio dell´area della stessa città?».

Non per caso Boccia chiama in causa le responsabilità del governo, nel caso in cui l´Ilva rifiutasse di rimboccarsi le maniche. «La politica deve avere il coraggio di dire basta». Il punto di svolta sarebbe così determinante se, conclude il parlamentare, ci si ritrova dinanzi a una scelta per il futuro: «Oggi l´Ilva e la famiglia Riva hanno la possibilità di dimostrare che Taranto per loro non è un grande altoforno a cielo aperto, ma una città industriale con una comunità che rivendica la propria dignità e il diritto alla salute».

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