Cervellera: «L'Ilva chiuda l'area a caldo»
TARANTO — L'area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto potrebbe essere smantellata come a Genova. E' un'eventualità che il vice sindaco di Taranto, Alfredo Cervellera, prospetta nel caso in cui «non verranno subito segnali chiari ed inequivocabili da Riva sulla volontà di destinare risorse, immediatamente disponibili, che consentano di abbattere ed eliminare l'inquinamento ambientale».
Una posizione forte e senza equivoci annunciata dal numero due dell'amministrazione comunale tarantina alla vigilia della stesura del piano strategico di Area Vasta, cioè del contenitore dei progetti scaturiti dal confronto di idee tra tutti i Comuni, l'Università e gli enti di ricerca, finanziato con un miliardo di euro.
Guardando al futuro della città e alla necessità di risollevarne le sorti il vice sindaco non può non immaginare uno sviluppo alternativo all'industria basato anche sul turismo. Turismo e inquinamento, però, non vanno d'accordo e per questo motivo Cervellera fa appello sia all'Ilva sia alla Marina militare chiamandoli a dare un forte contributo per un ambiente più pulito e per il recupero delle aree militari.
«Taranto, con la sua provincia, non può permettersi di fallire questo importante appuntamento - ammette il vice sindaco - per cui dovrà bandire tutti gli egoismi territoriali. Non si tratta solo di conseguire gli ultimi cospicui finanziamenti dalla comunità europea, ma dell'opportunità di ricercare una prospettiva di sviluppo alternativo».
E pensando al turismo Cervelliera sostiene che «non si può però ricercare uno sviluppo turistico per la città se la diossina non viene ridotta subito nei limiti europei, o se le cokerie e i parchi minerali continueranno ad inquinare il cielo, la terra ed il mare jonico». In altre parole l'inquinamento deprime la vocazione turistica del territorio, quindi Ilva deve abbatterlo «non in tempi biblici». Di qui la possibilità che «la scelta di Genova dell'abbandono dell'area a caldo potrebbe diventare, a breve scadenza, obbligatoria per Taranto».
Alla Marina Militare il vice sindaco chiede «di proseguire nella iniziativa meritoria di porre i suoi beni a disposizione della comunità, così come ha fatto con la valorizzazione del castello Aragonese. Si potrà continuare con l'istituendo polo museale alla stazione torpediniere con il Vittorio Veneto, il museo dell'Arsenale, l'Acquario e il museo del Mare».
Articoli correlati
- La replica del governo ad Angelo Bonelli
Il ministro Urso evita il confronto sui debiti di Acciaierie d'Italia
Nella seduta odierna è stata discussa l'interpellanza urgente sui debiti ILVA presentata da Angelo Bonelli al ministro Adolfo Urso.24 gennaio 2025 - Fulvia Gravame - Interpellanza urgente di Angelo Bonelli
Vogliamo sapere quanti debiti ha Acciaierie d'Italia?
Se i debiti di ADI a dicembre 2022 erano pari a 4,7 miliardi di euro, a quanto saranno arrivati in due anni? Domani, 24/1/25, il ministro Urso risponderà all'interpellanza. Oggi il governo Meloni ha svuotato definitivamente il fondo per le bonifiche per garantire la continuità produttiva.23 gennaio 2025 - Fulvia Gravame - Esperimento con ChatGPT
Vendola, Riva e Dio
E' stato chiesto a un modello linguistico di Intelligenza Artificiale generativa di sviluppare un articolo in chiave ecologista partendo una dichiarazione di Nichi Vendola del 2011, in cui esprimeva stima verso Emilio Riva. Ecco cosa è venuto fuori.17 gennaio 2025 - Alessandro Marescotti - Ilva di Taranto:
Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese
La tesi di Monia Torre, basata su un’approfondita ricerca antropologica, analizza la percezione del rischio legate all’Ilva di Taranto. Attraverso le testimonianze di operai come Piero Mottolese, attivista di PeaceLink, emergono le dinamiche tra fabbrica, ambiente e comunità.14 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
Sociale.network