Ilva, 200 milioni per la bonifica, niente intesa sulla diossina
TARANTO — È stato compiuto un gran passo avanti, ma ne occorreranno altri per raggiungere un accordo totale. Detto altrimenti: ci sono i soldi e l'impegno per la bonifica dell'area industriale di Taranto, ma non c'è intesa sulla quantità di diossina che l'Ilva libera nell'aria.
La ministra dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha incontrato ieri a Roma i rappresentanti di Regione, Provincia e Comune. La riunione (due ore nel tardo pomeriggio) ha prodotto un sicuro risultato. È stato concordato (e sul punto si è registrata la convergenza di tutte le istituzioni pubbliche) di stipulare un accordo di programma per la bonifica dell'area industriale di Taranto, simile a quello sottoscritto tempo fa per l'analogo caso brindisino.
Già il precedente governo aveva avviato le procedure e si era adoperato in questa direzione. L'intesa riguarda tutta l'ampia area (arriva fino a Statte e riguarda anche il mare) che viene considerata inquinata da fattori industriali. «Si è concordato - spiega l'assessore regionale all'Ecologia Michele Losappio - di procedere alla caratterizzazione, cioè all'analisi del terreno, e all'eliminazione dei fattori inquinanti. Le tecniche e le procedure dovranno essere individuate».
Si conoscono, invece, le risorse a disposizione: 200 milioni. Un terzo è a carico della Regione; mentre al resto provvederà lo stesso ministero «in danno ai privati». Cioè rivalendosi sulle aziende responsabili dell'inquinamento, «secondo il principio - dice Losappio che chi inquina, paga». Vengono esentate da ogni pagamento, invece, le imprese che decidessero di reinvestire nell'area.
Gli altri due aspetti presi in considerazione nel corso dell'incontro riguardano l'Ilva. La ministra ha sollecitato tutti gli enti locali pugliesi a rendere più spedite le autorizzazioni che riguardano il Siderurgico (per qualsiasi ragione e attività). Un atteggiamento necessario, secondo Prestigiacomo, «se si chiede alla società di investire ». Losappio ha garantito che la Regione si allineerà alla richiesta.
Più contrastata la discussione sull'inquinamento da diossina. L'Ilva ha fatto recapitare al ministero (poco prima della riunione) un documento. Si dice disposta, secondo la rapida lettura compiuta dai tecnici della Regione, a modificare il cronoprogramma degli investimenti e ad anticipare di 30-40 giorni (rispetto al 30 giugno 2009) l'uso dell'urea (composto che si adopera per contenere i livelli di diossina). Il proposito è stato accolto positivamente dalla Regione.
Netta contrarietà di Losappio, invece, sull'altro punto contenuto nella lettera dell'Ilva: i livelli massima di diossina che è possibile liberare in atmosfera. L'azienda insiste con una quantità pari a 3,5 nanogrammi e considerata «inaccettabile » dalla Regione.
Sul punto, come pare evidente, non si è chiusa la trattativa. Ma la ministra Prestigiacomo ha tenuto a sottolineare la necessità «che si possa coniugare lo sviluppo con l'ambiente ». Su questo ha chiesto «la responsabilità della Regione e degli enti locali». Losappio ha replicato mostrando volontà di arrivare all'intesa. «Una buona concertazione - ha detto riferita all'esponente di governo - è meglio di un cattivo conflitto».
E tuttavia sulla diossina ha tenuto il punto: la Regione condiziona la concessione dell'Aia (autorizzazione integrale ambientale) ad un'emissione massima di diossina non superiore ad un nanogrammo. La lunga partita sull'ambiente tarantino non è ancora finita.
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