Brindisi: Nuova centrale, la Provincia si oppone
Nuova centrale, la Provincia si oppone. L'impianto dovrebbe nascere al posto di una vecchia azienda vinicola. Il fronte ambientalista: un sopruso
BRINDISI — Levata di scudi degli ambientalisti e «no» secco del presidente della Provincia Michele Errico alla nascita di una nuova centrale che dovrebbe sorgere al posto di uno stabilimento vinicolo. Un impianto di cogenerazione (il Corriere del Mezzogiorno ne aveva già parlato a settembre dello scorso anno) di potenza media pari a 49,9 megawatt che, come da progetto presentato dalla Brundisium Spa, conterebbe un impianto per la produzione di oli vegetali provenienti da coltivazioni vegetali locali, una centrale di cogenerazione di energia elettrica verde e vapore per il ciclo produttivo e ancora di un impianto per la produzione di energia fotovoltaica.
Una centrale termoelettrica ad olio vegetale nell'ex stabilimento vinicolo del Consorzio Brundisium di Costa Morena, a due passi dalla centrale a carbone Edipower, che ricade nelle aree di pertinenza del Consorzio Sisri. Il 13 agosto scorso, la società ha depositato lo Studio di impatto ambientale negli uffici dell'assessorato all'Ambiente della Provincia e dei settori Urbanistica ed Ecologia del Comune di Brindisi.
«Dalla produzione di Negramaro a quella di energia, non passi inosservato l'ennesimo sopruso» sbottano le associazioni ambientaliste Italia nostra, Legambiente, Wwf, Fondazione «Antonio Di Giulio », Fondazione «Franco Rubino», Aics, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del cittadino, Comitato cittadino «Mo' Basta!», Comitato Brindisi porta d'Oriente. «Questa sarebbe l'ennesima centrale elettrica presente sul nostro territorio scrivono le associazioni - e per chi lo ignora, questo complesso si trova a poche centinaia di metri da costa Morena, dallo sbarco del terminal passeggeri, e a qualche centinaio di metri in più dal più vicino centro abitato. È del tutto ovvio che non si è contro la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma, purtroppo, pare evidente che in tale campo regna comunque una confusione estrema dovuta alle tante agevolazioni fiscali che in molti casi invitano alla speculazione.
È altrettanto ovvio che un territorio che contribuisce in maniera importante al fabbisogno energetico nazionale non ha nessun necessità di contribuire ulteriormente a ciò, soprattutto quando questi nuovi insediamenti sono aggiuntivi e non sostitutivi della tanta energia prodotta con il carbone». Ed è proprio sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della Provincia Michele Errico: «Sono nettamente contrario - dice - anche se sull'intera questione sarà l'apparato amministrativo a dover trarre le sue conclusioni dopo una attenta valutazione. Dal punto di vista politico il nostro indirizzo è lo stesso della Regione Puglia. Ben venga l'uso di fonti energetiche alternativa a patto che ad ogni iniziativa in tal senso corrisponda una riduzione dell'utilizzo del carbone».
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