«Diossina sotto l'1% o Ilva fuorilegge»
TARANTO - «Sull'accordo di programma la posizione della Regione Puglia, della Provincia di Taranto e dei Comuni di Statte e Taranto è univoca, cioè se l’Ilva non riduce l'emissione di diossina al di sotto dell’1% del limite tollerabile che noi abbiamo scelto come quota simbolica, noi non firmiamo, non diamo il consenso all’Autorizzazione integrata ambientale». Lo ha ribadito l’assessore regionale all’Ambiente Michele Losappio durante l’incontro avuto oggi con la direzione dello stabilimento siderurgico.
«Per andare sotto l’1% – ha sottolineato l’assessore – non basta la tecnologia dell’Urea, composto chimico da aggiungere al processo produttivo dell’agglomerato, che però può essere praticata subito, ma occorre anche innestare altre tecnologie. Noi vogliamo collaborare con il Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, ma ci sono ancora delle divergenze».
«In prefettura – ha proseguito – andremo ad analizzare la qualità degli investimenti e il cronoprogramma delle opere. Ci sono alcuni ritardi e di quanto sta accadendo chiederemo conto, anche se possono essere originati da problemi di carattere tecnico e possono avere delle giustificazioni».
Infine, Losappio ha precisato di avere chiesto all’assessore all’Ambiente del Comune di Taranto «di sbloccare quanto prima le autorizzazioni edilizie per la costruzione delle barriere nell’area dei parchi minerali. In questo modo toglieremo all’azienda ogni alibi per eventuali ritardi nel completamento delle opere di ambientalizzazione».
IL SIDERURGICO: GIA' INVESTITI 360 MILIONI
L'Ilva ha già investito 360 milioni di euro dei 470 milioni previsti con il piano di adeguamento delle migliori tecnologie per l’abbattimento delle emissioni inquinanti nello stabilimento di Taranto. Lo rende noto l'azienda in una nota con la quale illustra il programma delle opere.
“Alcuni interventi – è detto nel comunicato – sono stati realizzati, altri sono in corso di realizzazione ed altri sono da realizzare. Tra le attività più significative ai fini della riduzione delle emissioni inquinanti rientrano quelle previste per la cokeria, come l’adozione di nuove tipologie di macchine caricatrici con relativo adeguamento di piano e bocchette e l’adozione del sistema di captazione e depolverazione delle emissioni allo sfornamento coke delle batterie 3-6 con un impegno di oltre 120 milioni di euro”.
L'Ilva ricorda poi nella nota gli interventi per “l'impianto di agglomerazione con il rifacimento degli elettrofiltri e altri interventi atti a ridurre le emissioni convogliate quali la realizzazione di un impianto per l’additivazione di urea finalizzata alla riduzione degli attuali livelli di diossine nei fumi emessi dal camino E312”.
Infine, l’azienda evidenzia gli interventi per “le attività di manipolazione dei materiali solidi, tra cui la realizzazione della copertura dei nastri trasportatori delle materie prime dai moli (2ø e 4ø sporgente) ai parchi primari”.
PUGLIESE: TASSO INQUINAMENTO RESTA ALTO
«I controlli sulle emissioni di diossina vengono effettuati solo su 7 dei 278 impianti presenti all’interno dell’Ilva di Taranto e ci riferiamo alle emissioni convogliate, mentre non abbiamo dati su quelle diffuse. La situazione degli impianti è migliorata, ma il tasso di inquinamento resta alto». Lo ha detto il segretario regionale della Uil Puglia, Aldo Pugliese, nel corso del sopralluogo di verifica del protocollo d’intesa tenutosi questa mattina nello stabilimento di Taranto.
«Il programma di interventi per ridurre la diossina e ottenere il rilascio dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale – ha detto ancora – deve essere ultimato entro il 2014». «Mi sembra – ha aggiunto Pugliese – che i cittadini di Taranto non possano aspettare così tanto».
Secondo Pugliese, «le emissioni di diossina all’Ilva superano quelle di quattro paesi europei messi assieme: Gran Bretagna, Spagna, Svizzera e Francia. E non dimentichiamo che cinque aziende agricole presenti nella zona industriale di Taranto sono sotto sequestro perchè le mucche e le pecore non possono pascolare in quell'area risultata inquinata».
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