Emissioni record al Petrolchimico
BRINDISI — C'è un rapporto di 17 pagine dell'Arpa sull'incidente al Petrolchimico di Brindisi, avvenuto il 29 settembre scorso. E dice che alle 20, circa due ore dopo l'entrata in funzione della torcia di Polimeri Europa, le concentrazioni nell'aria di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) avevano raggiunto quota 38 nanogrammi per metro cubo, rispetto alle concentrazioni medie giornaliere di luglio e agosto che non hanno mai superato i 3-4 nanogrammi; e che le polveri sottili avevano raggiunto alla centralina Sisri quota 81 (il limite è 50 microgrammi).
Insomma, le torce che bruciano etilene e propilene quando gli impianti vanno in blocco, non immettono nell'aria solo vapore acqueo e anidride carbonica. Tanto è stato sufficiente perché ieri mattina il presidente della Provincia, Michele Errico, decidesse - con la sua giunta riunita - di «richiedere alle ditte interessate alla gestione delle torce l'attivazione del procedimento del rilascio di autorizzazione all'emissione in atmosfera».
Per le torce la legge non prevede autorizzazioni, tranne in caso di emissioni inquinanti. Ed Errico ha deciso di aprire questo nuovo fronte. Ma si preoccupa anche Confindustria Brindisi, che per bocca del suo presidente Massimo Ferrarese dice «per la sicurezza e l'ambiente niente sconti», concordando con le società interessate un incontro per venerdì prossimo.
Premettendo che le aziende in questione hanno sempre prestato attenzione «alle problematiche della sicurezza e della salvaguardia dell'ambiente», Ferrarese aggiunge che «questi ultimi disservizi non devono minimamente scalfirne la credibilità» nella certezza che si «continueranno ad utilizzare le migliori tecnologie disponibili».
Cosa è successo il 29 settembre? Polimeri Europa ha spiegato all'Arpa che si era verificato «un disservizio elettro-strumentale che ha causato la fermata delle sezioni forni dell'impianto di cracking P1CR. A causa del disservizio si sono attivati immediatamente i sistemi di sicurezza convogliando i fluidi di processo direttamente alla torcia di stabilimento RV 101C».
Intanto riprende anche il contenzioso tra Polimeri Europa e Ministero dell'Ambiente sulla bonifica delle falde inquinate: l'Avvocatura dello Stato infatti ha impugnato la sentenza del Tar di Lecce dell'11 giugno 2007 che annullava le prescrizioni per la realizzazione del confinamento fisico della falda inquinata. Per l'Avvocatura, il confinamento è più efficace della barriera idraulica di 60 pozzi con un impianto di emungimento già realizzata, «e può rientrare a tutti gli effetti nella messa in sicurezza di emergenza». Per il Tar la prescrizione del confinamento fisico presentava invece una carenza di motivazioni per dimostrarne l'effettivo potere risolutivo del problema.
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