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Un campus «ambientale» per Taranto

Una vasta area dovrebbe essere attrezzata attorno all'università di Taranto allocando i laboratoratori del-l'Arpa, quelli del Cnr talassografico, la facoltà di Scienze ambientali e un'area riservata alle piccole e medie imprese alle quali trasferire il frutto di ricerche e tecnologie in campo ambientale.
17 settembre 2008
L. Saracino e S. Tatarella
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- BARI — La creazione di un polo ambientale scientifico-tecnologico a caratura nazionale è il jolly che l'università di Bari, in collaborazione con Arpa e Politecnico, lancia sul tavolo per Taranto. A darne l'annuncio è stato ieri il rettore dell'ateneo barese, Corrado Petrocelli, nel corso della cinque giorni di seminari e incontri del Gruppo parlamentare europeo dell'Uen (Unione per l'Europa delle nazioni) che si svolge nella masseria Borgobianco di Polignano. Padrone di casa l'europarlamentare di An-Pdl, Salvatore Tatarella, vicepresidente della delegazione per le relazioni con i Paesi dell'Europa sud orientale. Fra gli ospiti anche Brian Crowley e Cristiana Muscardini, co-presidenti del Gruppo Uen.

Il progetto mira, in un territorio particolarmente sensibile alle tematiche ambientali, a sfruttare sinergie fra soggetti diversi in un momento assai critico in tema di risorse. Una vasta area - in sostanza un campus dovrebbe essere attrezzata attorno all'università di Taranto allocando i laboratoratori del-l'Arpa, quelli del Cnr talassografico, la facoltà di Scienze ambientali e un'area riservata alle piccole e medie imprese alle quali trasferire il frutto di ricerche e tecnologie in campo ambientale.

Proprio questo pomeriggio, alle tre, a Taranto è fissato un primo tavolo di lavoro. Dalla miticoltura, all'agricoltura biologica, dall'inquinamento ambientale, all'erosione delle coste il progetto prevede standard formativi di alta capacità, uniti alla concreta applicazione (attraverso i laboratori Arpa), con un notevole risparmio di scala, utilizzando strumentazione e investimenti comuni e condivisi.

Il rettore nel corso dell'incontro, ieri, ha anche presentato il progetto KiteGen, che prevede lo sfruttamento eolico ad alta quota (ad oltre mille metri, dove la potenza del vento è 4 volte superiore a quella delle torri eoliche). Un enorme aquilone che utilizza il vento ad alta quota, ancorato tramite cavi, sul quale c'è già l'interesse di imprese australiane.

Nel corso del dibattito, ieri, al quale hanno partecipato fra gli altri il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia e il vicepresidente della Regione Lombardia, Romano La Russa, è emersa l'attenzione del Gruppo Uen alle tematiche ambientali considerate fondamentali per lo sviluppo sostenibile delle regioni del Mezzogiorno. Occorro più investimenti nel settore delle energie rinnovabili, è stato detto, per poter sperare di raggiungere gli obiettivi fissati dall'Ue in materia di politica energetica e limitare la sudditanza dal petrolio in via esaurimento.

Lo snodo è rappresentato dall'innovazione nelle infrastrutture: la Puglia, per la sua posizione geografica deve dare via libera alla costruzione dei rigassificatori e al rafforzamento degli impianti eolici e ad energia solare. In questo quadro, ricordati gli strumenti messi a disposizione per le autonomie locali dal VII Programma quadro.

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