Perché a Taranto non si conosce tutta la verità sull'inquinamento?
Per anni non è stata data pubblica diffusione a 17 ricerche sull'inquinamento a Taranto. Tali ricerche sono costate ai contribuenti 539.000 euro (oltre un miliardo delle vecchie lire) ma i cittadini non ne hanno conosciuto il contenuto. Centinaia di pagine ricchissime di dati sono rimaste di fatto un patrimonio scientifico ignoto proprio ai tarantini che dovevano essere i primi beneficiari di quelle 17 ricerche.
PeaceLink ha pertanto chiesto e ottenuto la pubblicazione su Internet di quelle 17 relazioni che ora sono finalmente visionabili sul sito www.arpa.puglia.it
Era stata proprio l'Arpa Puglia a pubblicare lo scorso 17 settembre vari stralci di quelle ricerche per supportare le proprie osservazioni al ministero dell'Ambiente relative all'inquinamento dell'Ilva.
Lo stesso giorno PeaceLink ha chiesto al prof. Giorgio Assennato la pubblicazione integrale di tutte le ricerche in questione, le quali, pur trattando diversi aspetti dell'inquinamento, fanno parte di un unico progetto dal titolo "Impatto sulla salute di particolari condizioni ambientali e di lavoro, di provvedimenti di pianificazione territoriale".
L'Arpa Puglia ha accolto la richiesta di PeaceLink e ha tempestivamente provveduto a reperire le relazioni che sono state pubblicate il giorno seguente sul web, accompagnate dal seguente comunicato:
"Su richiesta di un'associazione ambientalista, ARPA Puglia pubblica la relazione conclusiva e le singole relazioni delle Unità Operative del Programma di ricerca finalizzata del Ministero della Salute 2002 - Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro dal titolo "Impatto sulla salute di particolari condizioni ambientali e di lavoro, di provvedimenti di pianificazione territoriale"".
Apprezziamo questa collaborativa disponibilità dell'Arpa Puglia a divulgare informazioni che fino a ora l'autorità centrale ha preferito custodire nei cassetti.
Eppure si tratta di relazioni di varie unità operative che in questi anni a Taranto hanno raccolto dati sui seguenti argomenti: genotossicità dell'inquinamento (unità 1), metalli pesanti nei suoli contaminati (unità 2), sostanze tossiche nelle acque di falda (unità 3), sistemi di monitoraggio ambientale a Taranto (unità 4), microinquinanti dell'aria (unità 5), studio delle impronte digitali (fingerprints) di gruppi di composti inquinanti (unità 6), studio del particolato atmosferico in alcune zone dell'area tarantina (unità 7), analisi del rischio industriale (unità 8), valutazione sistematica dei livelli di inquinamento dell'aria e previsione di situazioni di emergenza (unità 9), modellistica applicata ai comparti aria e suolo (unità 10), misure di prevenzione e protezione della salute dei lavoratori dal rischio cancerogeno in industrie ad alto rischio dell'area tarantina (unità 11), effetti dell'esposizione professionale agli idrocarburi policiclici aromatici (unità 12), valutazione dell'esposizione professionale e ambientale a metalli accertati e/o sospetti cancerogeni (unità 13), studio di casi di tumore nel comune di Taranto sulla base delle evidenze scientifiche (tumore polmonare, mesotelioma pleurico, tumore vescicole, tumori del sistema linfoemopoietico) (unità 14), realizzazione di una mappa dei rischi occupazionali e della prevalenza dei fattori di rischio (unità 15), studio dell'esposizione della popolazione di Taranto, Statte, Crispiano e Massacra ad inquinanti presenti nell'aria (unità 16), GIS (sistema informativo geografico) e individuazione dei fattori di valutazione del rischio per la salute umana (unità 17).
Mica poco!
Ma cosa sapevamo noi cittadini del contenuto di tutte queste ricerche fino ad ora? Nulla.
Abbiamo effettuato una verifica a tappeto di tutte le pagine web presenti su Internet. Possiamo documentare con assoluta certezza che fino a ora nessuno (tanto meno il Ministero della Salute) aveva divulgato le relazioni che attualmente l'Arpa Puglia pubblica integralmente su richiesta di PeaceLink.
Questa è un'oggettiva sottrazione di informazioni che avevamo il diritto di conoscere se non altro perché quelle ricerche le avevamo pagate con le nostre tasse. Non abbiamo avuto a disposizione informazioni che sarebbero servite per documentare meglio le nostre osservazioni presentate con altre associazioni ambientaliste per l'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e per l'istanza alla Commissione Europea.
Pertanto da oggi invitiamo i giornalisti, i docenti, gli studenti e tutti coloro che hanno a cuore l'ambiente a Taranto a collegarsi al sito www.arpa.puglia.it per scaricare e studiare questa documentazione al fine di utilizzarla nell'iniziativa scientifica e culturale in difesa della salute dei cittadini.
Ma le sorprese non finiscono qui. PeaceLink è entrata in possesso anche di un elenco di 72 esiti di analisi effettuate a Taranto dal 16 ottobre 2002 al 29 ottobre 2007 per verificare la presenza di diossina e PCB negli alimenti. Sono analisi su latte bovino, mangime bovino, mangime per pesci, spigole, orate, carne bovina, uova, latte e mitili. Tutte le analisi hanno dato esito "conforme", ossia non hanno fatto emergere quantitativi di diossina e PCB sopra i limiti di legge. Come mai invece è bastata una sola analisi commissionata da PeaceLink (marzo 2008) su un campione di formaggio pecorino locale per certificare un significativo (e non isolato) superamento dei limiti di legge? Dopo quella analisi sono seguite altre indagini della Asl di Taranto che, sotto la direzione del dipartimento di prevenzione del dott. Conversano, hanno confermato l'allarme di PeaceLink, evidenziando in vari campioni preoccupanti sforamenti per la diossina e i PCB. Da allora sono state analizzate le masserie e le relative greggi, i cui capi in questi giorni vengono drammaticamente abbattuti.
Come mai allora le 72 analisi commissionate dal Ministero della Salute non hanno mai trovato una presenza di diossina tale da far scattare l'allarme?
Stiamo parlando proprio di quel Ministero della Salute che ha tenuto nel cassetto quelle 17 ricerche sull'inquinamento a Taranto che oggi il pubblico può finalmente consultare on line.
Ma qual era lo scopo di quelle 72 analisi sulla diossina risultate tutte "a norma"? "Effettuare la sorveglianza e il monitoraggio della presenza, negli alimenti di origine animale, di residui di sostanze chimiche che potrebbero essere dannose per la salute pubblica", si legge del PNR (Piano Nazionale Residui) in vigore dal 1988 con cui il Ministero della Salute ha promosso il controllo della diossina a Taranto senza che lo sapessimo e inviando tutti i campioni all'Istituto Zooprofilattico di Foggia.
Con che tipo di attrezzature in quell'Istituto siano state effettuate le analisi?
Come mai le analisi non hanno riguardato pecore e capre che hanno pascolato attorno all'area industriale di Taranto?
Le 17 ricerche sull'inquinamento mai divulgate e le 72 analisi sulla diossina tutte "a norma" generano in noi inquietanti interrogativi.
Ma soprattutto ci chiediamo: quanto ci ha tutelato il Ministero della Salute?
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
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