ENI scarica sulla città
Ancora un guasto nella raffineria di Taranto. Ed ancora una volta a pagarne le conseguenze è la città. Nella tarda mattinata di ieri il cielo terso e luminoso è stato oscurato da due alte e dense colonne di fumo nero levatesi dalle torce dell'Eni. Una grande quantità di idrocarburi leggeri è stata bruciata in seguito al fermo degli impianti dovuto ad un black out. La raffineria è rimasta senza energia per l'interruzione della fornitura assicurata da Terna.
Per circa due ore lo stabilimento è stato alimentato dalle centrali interne, poi l'impianto Eni Power ha ceduto facendo andare in tilt lo stabilimento. Sul posto si sono recati i tecnici dell'Arpa e l'assessore comunale all'Ambiente. Nonostante il forte impatto visivo e lo sversamento in atmosfera di sostanze inquinanti, le centraline di monitoraggio non hanno censito valori allarmanti. Preoccupa, però, il fatto che quello di ieri sia il secondo incidente avvenuto nella raffineria Eni nel giro di dieci giorni.
Due colonne di fumo nero e denso. Sta diventando uno scenario di routine. A distanza di dieci giorni, un altro incidente all'interno della Raffineria Eni, ha oscurato il cielo di Taranto. Dalla tarda mattinata e sino a sera, le due torce dello stabilimento hanno bruciato idrocarburi leggeri accumulatisi per effetto di un black out che ha mandato in tilt gli impianti.
La combustione anomala ha causato l'immissione in atmosfera di grandi quantità di sostanze inquinanti. Per fortuna, assicurano i dirigenti dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, le concentrazioni non hanno raggiunto livelli allarmanti, nè tali da determinare pericolo per la popolazione.
Ma cosa è accaduto? In sostanza a determinare il blocco degli impianti è stata l'interruzione di energia elettrica. Per le sue esigenze produttive la raffineria si alimenta in parte attraverso la rete dell'alta tensione (150mila kilowatt) di Terna, in parte grazie alle centrali Eni Power ed altre quattro di potenza minore.
Nei giorni scorsi Terna aveva comunicato all'Eni che ieri mattina, a partire dalle 9, avrebbe disconesso la fornitura di energia per consentire una manutenzione
programmata. Per oltre due ore la raffineria ha marciato senza problemi. Alle 11.39 si è verificato un disservizio alla centrale Eni Power che ha provocato il blocco degli impianti per effetto del quale nelle torce si sono accumulati i gas di lavorazione.
La combustione anomala è stata determinata dalla grande quantità di idrocarburi confluita nelle due torce. L'effetto visivo è stato tremendo. Le alte colonne di fumo nero e le fiamme erano visibili anche a grande distanza dall'area industriale. Sul posto sono immediatamente intervenuti i dirigenti dell'Arpa di Taranto e l'assessore comunale all'Ambiente, Sebastiano Romeo. Gioacchino Di Natale, responsabile della sezione ionica dell'Agenzia per la protezione ambientale, ha tracciato un quadro preciso dell'accaduto.
“Visivamente - ha dichiarato - il fenomeno è stato impressionante e di proporzioni
tali da creare preoccupazione nella popolazione. Dai dati in nostro possesso, però, possiamo dire che al di là dell'effetto visivo, le nostre apparecchiature di controllo non hanno rilevato dati anomali. In questi casi, la combustione incompleta degli idrocarburi, per la portata limitata delle due torce della raffineria, provoca un aumento di polveri sottili. Stando alla direzione dei venti, abbiamo prestato una maggiore attenzione alle zone di Statte e Paolo VI, ma al momento non
si registrano situazioni anomale”.
Nel pomeriggio di ieri è cominciata la lenta ripartenza degli impianti grazie al ripristino dell'erogazione della rete Terna, mentre la centrale Eni Power, è ancora ferma. “Questo resta l'elemento di maggiore preoccupazione - continua Di Natale - abbiamo appreso dall'Eni che tra la fine dell'anno e i primi mesi del 2009 entrerà in funzione una nuova torcia che sostituirà la più piccola delle due attualmente in funzione. Un'altra entrerà in funzione a fine 2009”.
Sul posto anche l'assessore comunale all'Ambiente, Sebastiano Romeo. “Mi sono recato sul posto, insieme ai vertici dell'Arpa - ha detto - perchè il Comune vuole capire cosa sta succedendo in questo stabilimento. A destare la nostra preoccupazione non è tanto l'episodio in sè, quanto il fatto che casi analoghi si siano ripetuti nell arco di una decina di giorni. Su questo esigiamo risposte chiare”.
A manifestare preoccupazione per la situazione impiantistica della raffineria di Taranto sono stati anche i sindacati di categoria aderenti a Cgil, Cisl, Uil i quali hanno indetto due giornate di sciopero
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