Il direttore dell’Eni interrogato in Procura
mattina il capo della Procura ionica ha convocato ed ascoltato in qualità di persona informata sui fatti il responsabile dello stabilimento tarantino al quale ha chiesto lumi sulle procedure attivate all’interno dello stabilimento dopo il doppio black out dell’altro giorno.
Dall’inchiesta, dovranno emergere eventuali anomalie nelle procedure adottate e si farà chiarezza sulle ipotesi di inquinamento ambientale scaturite dall’allarme lanciato dall’Arpa Puglia. Già due giorni fa, Sebastio ha ascoltato un tecnico dell’Arpa, l’ingegner Gioacchino Di Natale per conoscere le conseguenze e le modalità con le quali s’è verificato l’incidente, come al solito, accompagnato da un certo silenzio stampa da parte dei vertici dello stabilimento.
Come noto, tre giorni fa, in tarda mattinata, si sono verificati ben due black out nella raffineria ed il sistema elettrico dello stabilimento è andato fuori uso attivando una procedura d’emergenza che ha così bruciato il materiale non trattato attraverso due canne fumarie dalle quali i cittadini, in particolare al rione Tamburi, hanno visto alzarsi spaventose lingue di fuoco accompagnate da un denso fumo nero che è rimasto nei cieli di Taranto fino al pomeriggio. Secondo indiscrezioni il procuratore non ha solo ascoltato il direttore dello stabilimento ma anche alcuni tecnici. Le indagini sul caso sono affidate alla Digos.
Secondo i tecnici Arpa, là dove c’è quel genere di combustione non può mancare la diffusione nell’aria di pcb ed altre sostanze nocive. E da più parti politiche si è alzato un muro di polemiche su questo genere di incidente che sembra verificarsi sempre più spesso nello stabilimento petrol-chimico di Taranto. Medesimo episodio, infatti, era capitato meno di due settimane fà
Ricordiamo che lo scorso 25 settembre, due tecnici dell’Asl si erano recati sul posto e avevano riempito tre buste. I pomodori erano stati immediatamente consegnati ai responsabili del dipartimento provinciale di Arpa Puglia, diretto dal dottor Gioacchino Di Natale.
La vicenda era stata segnalata dagli ambientalisti del Comitato per Taranto e riportata dal nostro giornale. Come anticipato, i dati trasmessi in questi giorni alla Asl sono quindi risultati nella norma, nonostante la vicinanza della coltivazione ad una fonte altamente inquinante come lo stabilimento siderurgico. Strano, ma vero.
Alessandra Congedo
TarantOggi
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