“Assassino” sui muri, Riva presente in aula
TARANTO - Emilio Riva si presenta davanti al giudice di pace per ribadire le accuse di diffamazione alla sindacalista Margherita Calderazzi. Singolare casi questa mattina nelle aule di via Temenide dove è in programma un processo davvero particolare.
Da un lato Emilio Riva, patron dello stabilimento siderurgico tarantino. Sul banco degli imputati l’esponente dello Slai Cobas da sempre impegnata sul fronte della lotta proprio contro l’Ilva privata. «Riva assassino». Questa scritta comparve sul muro esterno della grande fabbrica nell’estate del 2006.
Da poche ore oltre quel muro si era consumata l’ennesima tragedia sul lavoro. Luigi Di Leo, stava imboccando l’uscita e si apprestava a timbrare il cartellino. Nei pressi del deposito bramme proprio mentre passava l’operaio due carriponte si scontrarono. Una grossa trave rotolò giù dall’impianto ed investì Di Leo. Per il lavoratore non ci fu nulla da fare. Morì sul colpo.
La sua morte scatenò una serie di proteste. Ci fu uno sciopero immediata con proteste spontanee dinanzi alle portinerie. Manifestazioni in cui, come sempre, in prima fila c’erano gli esponenti tarantini dello Slai Cobas. Proprio durante queste iniziative sul muro di cinta della grande fabbrica una mano anonima tracciò con della vernice rossa la scritta contro il patron dell’Ilva.
Secondo i vertici dello stabilimento dietro quella iniziativa c’era proprio Margherita Calderazzi, che è stata denunciata da Emilio Riva per diffamazione. Il processo dopo alcuni rinvii arriva questa mattina in aula. E dinanzi al giudice di Pace, come prevede la procedura, ci sarà proprio Emilio Riva, accompagnato dal suo difensore, avvocato Egidio Albanese. Il procedimento in giornata dovrebbe arrivare alla sua definizione..
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