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Il “caso diossina” affrontato in Commissione Regionale

I componenti hanno chiesto informazioni sulle ultime vicende che riguardano il capoluogo ionico ed i 1.300 capi da abbattere. L'abbattimento del bestiame intossicato dovrebbe avvenire in un mattatoio nel Barese.
21 ottobre 2008
Fonte: Corriere del Giorno

- La Commissione regionale della Sanità ha incontrato ieri, a Bari, il dirigente del Dipartimento di prevenzione dell'Asl di Taranto, dottor Michele Conversano. In una lunga riunione protrattasi anche nel pomeriggio, è stato affrontato il “caso diossina di Taranto”. La Commissione presieduta da Leonardo Marino, e che ha tra i componenti anche i tarantini Cosimo Borraccino (Pdci) e Paolo Costantino (Pd), ha voluto essere informata sulle ultime vicende che riguardano il capoluogo ionico ed in particolare sull'ottavo allevamento posto sotto vincolo sanitario ed il prolungarsi dei tempi per l'abbattimento dei 1.300 capi tra pecore, capre, agnelli e caprette che sono risultate, dopo test mirati, con valori di diossina e pcb non conformi alle quantità previste dalla legge.

Mentre gli allevatori continuano a lamentare i costi che devono affrontare, visto il divieto impostogli (per sette di loro da ormai molti mesi) di mantenere in vita gli animali e di non venderli nè vivi nè macellati, così come non possono vendere latte e formaggi, sembra che l'Asl di Taranto abbia finalmente trovato un accordo per la macellazione e la distruzione di tutti i capi.

L'operazione dovrebbe avvenire in un mattatoio nel Barese. L'abbattimento degli otto allevamenti dovrebbe essere sempre più prossimo. Tutto sarebbe ancora da definire perchè non sarebbe completa la documentazione per l'avvio della macellazione.

Il bestiame dei diversi allevamenti, secondo quanto accertato dagli ispettori del Dipartimento di prevenzione dell'Asl di Taranto che dallo scorso mese di febbraio stanno effettuando verifiche e prelievi, era per la maggior parte dei casi portato a pascolo in prossimità della zona industriale di Taranto, quasi a ridosso dell'impianto siderurgico.

Gli allevamenti sono tutti compresi tra Statte e Taranto, tranne l'ultimo che è in zona Buffoluto. Ed è proprio quest'ultimo caso a far sorgere nuove perplessità. Se prima era infatti stata accertata un'area a rischio entro un raggio di circa cinque chilometri dalla zona industriale, l'allevamento in zona Buffoluto ha fatto allargare l'area a rischio sino ad un raggio di dieci chilometri.

Per gli animali che dovranno essere macellati e distrutti la giunta regionale ha deliberato un provvedimento straordinario per uno stanziamento pari a 160mila euro. Una cifra che dovrà comprendere le spese di trasporto, quelle dell'abbattimento e distruzione degli animali. Sottratti tali costi, la somma rimanente sarà divisa tra gli otto allevatori quali indennizzo per la macellazione del bestiame sottoposto a vincolo sanitario.

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