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Vendola: Il ministro ha mentito sull'ilva

Il Presidente della Regione Nichi Vendola: siamo stanchi delle menzogne. L´Arpa: l´azienda era in commissione. Il presidente: "Per 10 anni i governi di centrodestra non si sono minimamente preoccupati"
30 ottobre 2008
Giuliano Foschini
Fonte: Repubblica

- Accusa la Prestigiacomo di dire «menzogne». Esibisce carte, documenti, per confutare quanto sostenuto dal ministero dell´Ambiente. E soprattutto annuncia di voler andare dritti sulla legge regionale. Il presidente della Regione, Nichi Vendola, risponde a muso duro alla lettera del ministro dell´Ambiente, pubblicata ieri da Repubblica. «Oggi, più di prima - dice Vendola - siamo convinti di quanto sia inaffidabile sotto il profilo della tutela ambientale questo governo.

Ecco perché per noi è assolutamente prioritaria l´approvazione a breve di una legge regionale antidiossine» spiega il presidente della Regione, che ha già messo a lavorare per questo i suoi tecnici. La nuova norma - che dovrebbe arrivare in consiglio entro la fine dell´anno - imporrebbe all´Ilva così come a tutte le altre aziende che operano sul territorio di diminuire le emissioni nocive: dovranno essere dimezzate nel giro di pochi mesi e via via dovranno ulteriormente ridotte.

«Il problema - dice Vendola - è che sulla questione dell´Ilva da parte del Governo si continua a fornire alla collettività tarantina e pugliese versioni dei fatti totalmente false. Taranto e la Puglia sono stanche di queste menzogne. La realtà è ben diversa: per dieci anni i governi regionali di centrodestra che ci hanno preceduto non si sono minimamente preoccupati di effettuare alcun tipo di studio e di controllo delle emissioni inquinanti. Noi per la prima volta abbiamo avviato una costante azione di monitoraggio delle sostanze nocive: i risultati ci hanno spinto a chiedere, nell´ambito delle procedure di Autorizzazione integrata ambientale (Aia), una revisione dei parametri indicanti i limiti delle emissioni di diossine. Con un atteggiamento di identica responsabilità sia nei confronti del Governo Prodi che di quello Berlusconi».

Dura la reazione anche dell´Arpa. La Prestigiacomo aveva sconfessato il direttore dell´Agenzia regionale per l´Ambiente che aveva denunciato la presenza dell´Ilva a una riunione tecnica. «Non è vero» ha detto il ministro. «Dice il falso - attacca però il direttore dell´Arpa - Ed è facilmente verificabile: nel verbale della riunione ci sono le firme di tre dirigenti Ilva. Addirittura la riunione, nella quale si insediava la nuova commissione nominata dalla ministra, è stata aperta da un intervento di una dirigente dell´azienda». Sulla vicenda, interviene anche l´assessore all´Ambiente, Michele Losappio: «Il ministro - dice - dichiara di avere messo in grado l´Ilva di applicare il procedimento Urea per l´abbattimento delle diossine. L´llva, con nota formale, sostiene di non essere in grado di farlo proprio a causa delle lacunose autorizzazioni del Ministero. Chi dei due ha ragione? Chi dei due mente?».

Boccia (pd) "Prestigiacomo vada a visitare i bimbi malati"

Il Pd insorge. E´ il deputato Francesco Boccia a tirare le orecchie al ministro dell´Ambiente Stefania Prestigiacomo: «Invece di baloccarsi con le parole, prenda l´aereo e venga a Taranto a vedere come vive la gente al quartiere Tamburi. Poi passi dall´ospedale dove sono ricoverati i bambini ammalati di tumore. Fino a quel momento eviti gli sproloqui come quello pubblicato ieri su Repubblica, dove gli italiani hanno letto, increduli, che un rappresentante del governo ha scoperto che le emissioni di diossina c´erano anche durante il governo Prodi».

Boccia, ex commissario liquidatore nel capoluogo ionico dopo il crac finanziario della città, rincara la dose: «Complimenti davvero. Sono quarant´anni che a Taranto si respira diossina. A differenza della Prestigiacomo, il governo Prodi e la Regione Puglia hanno costretto l´Ilva a ridimensionare la mole enorme delle emissioni. Il ministro eviti lo scaricabarile e dica ora al Parlamento che cosa sta facendo per costringere l´imprenditore Riva a spendere gli stessi soldi che ha investito nell´ex compagnia di bandiera per far abbassare la diossina a Taranto».

Pure Legambiente si schiera dalla parte della Regione. Così come i rappresentanti dei verdi Mimmo Lomelo e Grazie Francescato: «La vicenda ambientale di Taranto ha superato i confini regionali, diventando un problema di valenza nazionale ed addirittura europea».

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