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L’Ilva chiede ed elargisce aiuti allo Stato

Lo Stato chiede aiuto al gruppo Riva, ma è pronto a restituire. Pensate: da una parte incassa un po’ di quattrini come ammortizzatori sociali per sostenere la cassa, dall’altra li tira fuori per partecipare alla torta della compagnia di bandiera.
30 ottobre 2008
Marcello Di Noi
Fonte: TarantOggi

- In ogni caso, l’Ilva fa parlare di se. Perchè potrebbe collocare in cassa integrazione qualche migliaio di dipendenti, eppure su un altro tavolo svuota un centinaio di milioni di euro per Cai, la nuova Alitalia. Pensate: da una parte incassa un po’ di quattrini come ammortizzatori sociali per sostenere la cassa integrazione, dall’altra li tira fuori per partecipare alla torta della compagnia di bandiera aerea. Curioso, no?

Lo Stato chiede aiuto al gruppo Riva, ma è pronto a restituire. Ma non è finita. Perchè la Prestigiacomo, ministra oscurata in bellezza solo dalla collega Carfagna, accusa la Regione Puglia in tema di emissioni, il Comune per autorizzazioni che non arrivano, svicolando sulla mossa propria di aver sostituito i tecnici nella commissione per le autorizzazioni e smentendo se stessa, visto che un dipartimento ministeriale non ha ancora dato l’ok all’Ilva. Anche questo è curioso, no?

Forse, la Prestigiacomo non sa neanche cosa significhi vivere a Taranto. O forse, e qui lo pensiamo con convinzione, l’Ilva è tanto strategica al governo di Roma che non può diventare un nemico da combattere. D’accordo, può darsi che Vendola stia cavalcando la questione ambientale per calcoli elettorali (lo abbiamo già detto altre volte), ma è pur vero che in qualche modo l’Ilva è sotto pressione, e dovrebbe anche preoccuparsi se per davvero la Regione Puglia emanerà la legge restrittiva sulle emissioni.

Infine, il Comune di Taranto, pressato affinchè rilasci finalmente l’Aia per la procedura
urea. Ma bene: alla fine è un assessore o due che diventano capri espiatori, visto che qualcuno (vero Lospinuso?) lancia l’accusa di ostacoli sul processo di riduzione delle emissioni. E bravo Lospinuso: dov’era finora, è diventato ambientalista tutto d’un tratto? Smettetela, per favore: il ‘signore dell’acciaio’ vuole dividere le istituzioni e i politici locali, spalleggiato com’è a Roma: le polemiche e i contrasti aiutano gli interessi di viale Certosa, che può così continuare ad accumulare profitti a spese della salute dei tarantini.

Però se la città si disgrega anche adesso, questa sì che sarebbe la tragedia più grande: l’Ilva deve rispondere con i fatti – l’urea è solo un paliativo – alle esigenze di risanamento ambientale. E la Regione Puglia non si fermi proprio ora: i tarantini, ora più che mai, hanno bisogno che qualcuno alzi sempre più il livello dello ‘scontro’.

Lo dimostra, e qui concludiamo, il fatto che i mass media nazionali ormai hanno acceso i riflettori sulla condizione ambientale a Taranto. Insomma, non è proprio il caso di mollare ora la presa.

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