ILVA, guerra aperta tra regione e governo
La Puglia di Nichi Vendola ha messo un tetto alla diossina. La giunta regionale ha varato ieri il disegno di legge che impedirà alla fabbrica di Taranto di emettere ancora morte dalle proprie ciminiere. Con l´imminente approvazione del consiglio regionale di questo provvedimento, la Puglia sarà la prima regione italiana a dotarsi di una legge contro i veleni. "Non è una legge contro l´Ilva ma è una legge per ridare ossigeno a una città che sta soffocando", ha sottolineato Vendola, tendendo la mano al governo Berlusconi: "Facciamo un patto per salvare Taranto", ha proposto il governatore.
Ma la risposta del ministro per l´Ambiente, Stefania Prestigiacomo è stata raggelante: "Se questa legge passa, l´Ilva chiude in 4 mesi" ha replicato il ministro respingendo al mittente l´invito alla collaborazione. La legge regionale contro la diossina sarà approvata entro dicembre. Ma il dialogo con Berlusconi è già finito.
Diciassette cartelle dattiloscritte, un solo articolo, diviso in quattro commi. Eppure questo snello disegno di legge da solo potrebbe riuscire a fermare il colosso siderurgico più grande d´Europa. Le disposizioni inserite dall´assessore all´Ecologia, Michele Losappio, nel provvedimento, parlano chiaro: l´Ilva, che attualmente immette nell´atmosfera di Taranto da 4,4 a 8,1 nanogrammi di diossina, dovrà ridurre le emissioni a 2,5 nanogrammi entro il prossimo aprile. Per poi abbatterle definitivamente a 0,4 nanogrammi entro il 31 dicembre 2010.
In pratica, la Regione, chiederà all´Ilva di attenersi con due anni di anticipo al Protocollo di Aarhus, approvato dal consiglio dell´Unione europea nel 2004 ma mai applicato dall´Italia, dove il limite massimo di emissioni di diossina è fissato al valore di 10 nanogrammi.
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Florido che ha sottolineato: "E´ stata invertita una rotta. Il disegno di legge induce fiducia nella popolazione che, finalmente, vede un´attenzione particolare ai problemi posti". Anche il sindaco di Statte, altro comune dove l´Ilva affonda le sue radici: "Vengono finalmente stabiliti i tempi - ha sottolineato Angelo Miccoli - per l´abbattimento della diossina. E´ la soluzione definitiva al dilemma storico che è quello di coniugare lo sviluppo alla tutela della salute". "L´ammodernamento dell´Ilva è una priorità non più rinviabile, per la tutela della salute degli abitanti di Taranto e il rilancio di un´industria più pulita e moderna.
Condividiamo pienamente gli obiettivi indicati nella bozza di legge presentata dal presidente della Regione Puglia per tagliare le emissioni dello stabilimento siderurgico più inquinante d´Italia": così Legambiente, in una nota firmata dal presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza, il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, ha espresso il proprio apprezzamento per il disegno di legge di Nichi Vendola per la riduzione delle emissioni industriali di sostanze inquinanti.
Critica l´opposizione: "Con Vendola alla Regione Puglia vige la politica dell´annuncio e governa solo la demagogia", ha dichiarato il coordinatore regionale di Forza Italia Antonio Distaso. Più morbida la linea di Rocco Palese: "Che l´Ilva riduca le immissioni di diossina è certamente auspicabile e in questo senso ben venga questa proposta di legge. Quel che non convince è la modalità improvvisamente rigida con cui il presidente Vendola pretende di raggiungere questo obiettivo".
Da Taranto il presidente Vendola vorrebbe estendere la rivolta anti diossina alle altre regioni italiane. Ma dopo le polemiche a mezzo stampa delle scorse settimane il governatore adesso cerca il dialogo con il governo.
La legge, infatti, rischia di essere immediatamente impugnata perché dovrebbe spettare al governo centrale e non agli enti locali imporre simili paletti.
Per questo Vendola ha teso la mano a Berlusconi e ha invitato a Taranto Stefania Prestigiacomo. Ma il ministro per l´Ambiente ha respinto al mittente il ramoscello d´ulivo: "Sono esterrefatta dall´iniziativa di Vendola - ha sottolineato il ministro per l´Ambiente - questa legge implicherebbe la chiusura dello stabilimento entro 4 mesi: un dato che il Presidente della Regione Puglia ben conosce e che rischia di innescare un problema sociale di enorme portata per Taranto e per la Puglia".
La replica della Regione è affidata a Losappio: "Il ministro parla da proprietario dell´Ilva con zelo confindustriale. Ci saremmo aspettato una protesta da Emilia Riva invece è il governo Berlusconi a non volere la riduzione della diossina".
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