Mons. Benigno Papa: Taranto tra tumore e fame
Pregiatissimi Signori,
rispondo volentieri alla Vostra Lettera aperta, fattami pervenire ieri sera tramite posta elettronica.
Osservo con viva soddisfazione che nell’opinione pubblica tarantina e negli Amministratori locali cresce la sensibilità verso le tematiche relative alla salvaguardia del creato. Il motivo del mio compiacimento è dovuto al fatto che finalmente vedo realizzato quanto da me sempre auspicato. Mi permetto di ricordare per i più giovani che, dopo soli 16 mesi dall’inizio del mio ministero episcopale a Taranto e precisamente nei giorni 26-27 ottobre 1991, organizzai un Convegno su «Giustizia, pace e salvaguardia del creato», che si concluse con una tavola rotonda, moderata dal dott. Michele Del Campo, cui presero parte il Sindaco di Taranto, Alfengo Carducci, il Direttore delle relazioni esterne dell’Ilva di Taranto, Giuseppe Cavallaro, la Presidente provinciale dell’Ascom, Maria Ruta, ed il sindacalista Tommaso Bruno.
Faccio riferimento a questo Convegno perché esso rivela la modalità secondo la quale io ritengo che debba essere affrontato e risolto il problema dell’inquinamento ambientale: esso va coniugato con la soluzione del problema occupazionale. Non si può risolvere l’uno senza dare una risposta all’altro. È questo il nodo da sciogliere: non si può morire di tumore, a causa dell’inquinamento, ma non si può neppure morire di fame. È chiaro che questo argomento non può essere addotto come ricatto, ma è anche vero che le industrie – se devono occupare lavoratori – devono pur funzionare. La scienza e la buona volontà di tutti possono aiutare a ridurre l’inquinamento senza creare gravi crisi occupazionali.
Sono anche convinto che su questo problema non ci devono essere divisioni e che esso può essere risolto se c’è sincera volontà da parte dei politici e da parte dei responsabili di tutti gli impianti di industria pesante che sono presenti a Taranto.
Quello che non dovrebbe accadere è cavalcare la giusta tematica della salvaguardia dell’ambiente per motivazioni strumentali, cioè non tanto perché stia veramente a cuore questo problema, ma perché dalla protesta si possa ricavare un qualche utile personale o di gruppo. Qualora dovesse accadere questo, dovrei pensare che ci sia un inquinamento spirituale che è peggiore dell’inquinamento ambientale. Nel discorso, tenuto a Martina Franca nell’ottobre 1989, Giovanni Paolo II disse: «La qualità della vita non è solo il risultato di un ambiente sano e pulito, ma il frutto della promozione globale dei valori economici, culturali e morali di un popolo».
Vi ringrazio dell’occasione che mi avete offerto per condividere con Voi il mio pensiero e le mie convinzioni per il bene comune del nostro territorio.
Vi saluto con viva cordialità e paterno affetto.
Il Vostro Arcivescovo
Benigno Luigi Papa
Appello alle forze politiche
La marcia del 29 novembre, organizzata da tutte le associazioni che si ritrovano sotto il simbolo di AltaMarea, sarà un grande momento di partecipazione popolare.
Ci rivolgiamo a tutte le forze politiche perché facciano propri gli obiettivi della marcia.
Per il bene della città è il momento di mettere da parte le divisioni.
La difesa della salute non ha colore politico.
La questione ambientale non può essere motivo di divisione e strumentalizzazione. L'ambiente è di tutti.
La difesa della salute non può vedere nessuna latitanza.
Chiediamo alle forze politiche di partecipare alla manifestazione senza bandiere di partito.
Chi milita in organizzazioni politiche sarà con noi come semplice cittadino e sarà il benvenuto.
E' il momento di unire le persone di buona volontà per costruire un fronte comune a difesa del futuro della città e dei nostri bambini.
Investire sulle migliori tecnologie industriali e sullo sviluppo ecosostenibile è la scelta che proponiamo ad una politica nuova.
Chiediamo una politica che apra le finestre alla partecipazione e all'ascolto a partire da ciò che ci accomuna: il desiderio di costruire un futuro degno di essere vissuto per le nuove generazioni.
Una politica che ritorni alla polis, ossia alla città e al bene comune, non può che mettere al primo posto il diritto ad un futuro pulito. La tutela dei lavoratori e dell'occupazione deve basarsi sulla tutela della salute perché un lavoro avvelenato ci pone fuori dall'Europa e da ogni prospettiva di serio sviluppo.
E' venuto il momento di voltar pagina.
Facciamo appello alle forze politiche perché i limiti di diossina siano abbassati radicalmente nei tempi tecnicamente più rapidi. Ciò deve avvenire sia nell'Autorizzazione Integrata Ambientale sia nella legislazione nazionale. Sottolineiamo che la legge nazionale va modificata perché è in palese contrasto con i limiti europei di diossina. Lo si può e lo si deve fare. I parlamentari locali si facciano interpreti di questa richiesta a nome di tutta la comunità. Siano uniti almeno in questo.
Lo si faccia subito per evitare conflitti di competenza fra Regione e Stato centrale: sarebbe un conflitto insensato e a farne le spese saremmo solo noi cittadini.
Altamarea
Informazioni sulla marcia su www.google.com/group/altamareanews
Luigi Boccuni
Giovanni Carbotti
Serena Cesaria
Leo Corvace
Paola Fedele
Adamo Gentile
Alessia Gira
Nicola Mancino
Alessandro Marescotti
Giuseppe Merico
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