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Accordo sulla Cig all'Ilva: non oltre 2.100 operai

Intesa tra sindacati e gruppo Riva. Le tredici settimane di cassa integrazione previste in origine non sono uguali in ogni reparto e la cassa integrazione, quindi, non durerà per tutti i reaprti e per tutti gli operai allo stesso modo
28 novembre 2008
Cesare Bechis
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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TARANTO — Trovata l'intesa, anche se sarà sottoscritta questa mattina, tra sindacati dei metalmeccanici e Ilva sulla cassa integrazione che scatterà nello stabilimento tarantino dal primo dicembre. I lavoratori hanno ottenuto alcuni risultati sia sul piano economico sia su quello legato al lavoro. Le tredici settimane previste in origine non sono uguali in ogni reparto e la cassa integrazione, quindi, non durerà per tutti allo stesso modo. I settecento lavoratori del laminatoio a freddo (Laf) si fermeranno non più per l'intero periodo ma solo per nove settimane mentre per gli addetti al treno nastri 1 (TN1) la cig scatterà dopo il quindici dicembre, quando ripartirà cioè il treno nastri 2 attualmente fermo.

Un altro risultato è che i lavoratori interinali concorreranno a formare il numero dei cassintegrati a seconda della loro consistenza nei vari settori. È stato trovato il modo anche di ridurre il numero complessivo di chi va al riposo forzato nell'intera area a caldo. In altre parole, hanno dichiarato i sindacalisti al termine della riunione di ieri sera con il responsabile dell'azienda Pietro De Biase, non sarà superato il numero dei 2100 lavoratori e la cassa integrazione sarà effettuata con la rotazione aritmetica in modo che pesi in modo più equilibrato sul maggior numero di operai e impiegati coinvolti nel provvedimento.

Significativi sono stati anche i contrappesi sul piano economico, quanto mai utili per alleggerire il peso della cassa. Sono state ottenute integrazioni sul premio di risultato, il rateo sulla tredicesima di Natale per il 2008 malgrado la cig e due ratei per i primi due mesi del prossimo anno. Risultati ai quali si aggiungono i 550 euro lordi strappati all'azienda come una tantum del contratto integrativo. Intesa siglata a Milano una settimana fa.

Ieri l'azienda ha confermato la difficilissima congiuntura sui mercati internazionali dell'acciaio che dovrà essere valutata nei primi mesi del 2009, ma ha ripetuto che non si fermeranno gli investimenti sul ripristino ambientale del sito industriale. Nel complesso le organizzazioni sindacali si esprimono in termini positivi sull'intesa raggiunta e questa mattina si apprestano a sottoscriverla. Le prossime settimane, in ogni caso, serviranno alle due controparti a valutare l'evoluzione della situazione internazionale. Questa cassa integrazione è la prima della storia dell'Ilva targata Emilio Riva e viene imposta dalla crisi economica internazionale che sta compromettendo la tenuta dei mercati dell'acciaio.

Ieri, intanto, a Bari si è tenuta la riunione della quinta commissione consiliare per approvare il testo del ddl sulla tutela della salute e dell'ambiente. Il voto è slittato: lunedì prossimo verranno ascoltati sindacati, Confindustria e Asl di Taranto. Furioso l'assessore al Bilancio Michele Pelillo, l'unico a opporsi al rinvio: «Taranto non può più attendere».

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