29 Novembre 2008: La marcia contro la diossina
"Pillola azzurra: fine della storia, domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai; pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio"
The Matrix - Morpheus.
Taranto ha scelto di andare a fondo sulla questione ambientale: il recupero della nostra dignità, del nostro vivere civile, del nostro essere Tarantini hanno, con la giornata di oggi, una punto di ripartenza.
Abbiamo preso la “pillola rossa” e quello che ho visto oggi credo sia solo l’inizio.
Siamo in tanti, tantissimi, tutti uniti sotto il segno di un fazzoletto bianco che non è un segno di resa ma voglia di purezza, desiderio di un ambiente pulito.
Siamo più di quelli che si possono contare: sono con noi i lavoratori delle grandi industrie inquinanti che ora sono lì, in prima fila.
Sono con noi i tanti tarantini sparsi nel mondo che avrebbero voluto raggiungerci così come molti “fuori sede” più fortunati sono riusciti a fare oggi.
Sono con noi i fratelli morti sul lavoro, i loro familiari.
Sono con noi tutti coloro che hanno conosciuto il mistero della sofferenza e della malattia causata da ciò che respiriamo.
Abbiamo tolto le bende dagli occhi, abbiamo deciso di volgere il nostro sguardo in maniera seria e responsabile verso il nostro ambiente.
Abbiamo deciso di urlare e cantare “Niente paura”,”vieni a ballare in Puglia” per gridare in modo forte e chiaro a coloro che “pensano che il protocollo di Kioto sia un film erotico giapponese”.
Un grazie sincero alle tante persone di buona volontà che hanno organizzato la manifestazione, ai tanti, tantissimi che hanno partecipato, ai professori delle scuole superiori che hanno scelto di insegnare educazione civica ai propri alunni questa mattina, ai bambini che ci hanno commosso con i loro cartelloni colorati preparati con cura e dedizione, ai tifosi che hanno dimostrato ancora una volta che l’amore per la squadra di calcio è solo il riflesso di un amore più grande per la propria città, ai politici presenti oggi che hanno scelto di non salire sul palco.
Per tutta la durata della manifestazione e degli interventi in piazza abbiamo tenuto i bimbi più piccoli stretti a noi: un giorno forse i nostri figli ci chiederanno: “Papà, perché non siamo andati via da questa città visto che era così martoriata?” gli risponderemo con un sorriso dicendo: “Perché dai problemi non bisogna scappare ma affrontarli e, con il dialogo e l’aiuto di tutti, superarli.”
Siamo stati chiamati a custodire il creato: questa nostra madre e sorella terra è stata per troppo tempo calpestata.
Sorella aria: deturpata e offesa.
Sorella acqua: privata della sua purezza.
Il mio augurio è quello che si ritorni a dare attenzione e amore a ciò che per amore gratuito ci è stato donato.
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