I cittadini e la politica per se stessi
E ' stata una manifestazione grandiosa, possiamo dirlo. Secondo gli organizzatori quindicimila e anche più, secondo la Questura non lo sappiamo. Altamarea, il raggruppamento di tutte le sigle, non solo ambientaliste, può essere soddisfatta, ma anche la città è soddisfatta.
Migliaia e migliaia di cittadini, dai sei agli ottanta anni, hanno percorso l'asse dall'Arsenale a piazza Garibaldi, l'asse storico della città, con centinaia di cartelli, striscioni, cori, tamburi; non c'era una bandiera di partito, insomma come si fa adesso. E c'erano anche «i politici», soprattutto gli amministratori.
C'era il sindaco Stefàno, con assessori e consiglieri comunali; c'era il presidente Florido, con assessori e consiglieri provinciali, c'era il governatore Vendola, con assessori e consiglieri regionali. E c'era anche il sindaco di Bari, Emiliano.
Mancava solo la ministra Prestigiacomo, memore delle fischiate a Pecoraro Scanio dell'ultima manifestazione, quella dei bambini. C'era il sole, anche, e a un certo punto, anche, si sono messe a suonare le campane della chiesa del Carmine. Sembrava Pasqua, quella della resurrezione, e qualcuno, ovviamente, ha detto, poeticamente, che era la resurrezione di Taranto.
I più pragmatici hanno detto che il problema dell'inquinamento, degli inquinamenti, si può risolvere, se non completamente, almeno con una drastica riduzione dei danni. Ci vogliono la volontà politica e i soldi: le tecnologie ci sono, già sperimentate, in Europa e anche in Italia.
La volontà politica era lì, con Nichi Vendola, i soldi non erano lì, perché Riva e Berlusconi non c'erano. Si può fare, dicevano; si deve fare, aggiungevano. E allora ho pensato che la «politica» era quella, quella che sfilava per via Di Palma e via D'Aquino.
Quella dei consigli comunali, dei consigli provinciali, dei consigli regionali, era un'altra cosa, anche se si chiama pure lei «politica», la politica dei «sì, ma», dei «no, ma», la politica dei «distinguo », insomma roba da intelletti raffinati, e lì, nel grande corteo, non c'era tempo e modo di fare i raffinati.
Ma poi mi è venuto il sospetto che qualcuno, domani, incomincerà con i «sì, ma», incomincerà a parlare di «strumentalizzazione», che sta diventando la parola più diffusa del linguaggio «politico».
A me, invece, sembrava che i cittadini si stessero strumentalizzando da soli. I cittadini, non so chi l'ha detto, sono lo strumento non «con cui» altri fanno la politica, ma è uno strumento «che fa» la poltica: andatevi a studiare l'ètimo di questa parola.
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