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Decessi all'ex Italsider, udienza fissata a marzo

Rischiano il processo manager ed imprenditori dello stabilimento siderurgico quando era ancora di proprietà statale. Al vaglio del Giudice episodi accaduti in 35 anni. Chi ebbe colpe per tutto questo?
1 dicembre 2008
Ettore Raschillà
Fonte: Corriere del Giorno

Morti Bianche
Si prospettano tempi veloci per il procedimento giudiziario che ruota attorno ad episodi verificatisi nel colosso siderurgico tarantino nell'arco di ben trentacinque anni. Si parla dell'inchiesta occupatasi dei decessi e delle malattie professionali che hanno visto come vittime operai dell'ex Italsider.

Inchiesta che dopo esser stata definita dal sostituto procuratore dott. Italo Pesiri poco più di un mese fa sarà valutata dal gup del Tribunale di Taranto dott. Pompeo Carriere in occasione dell'udienza preliminare fissata per il prossimo 2 marzo.

In quella circostanza, il magistrato dovrà prendere in esame il risultato di indagini che adesso fa rischiare il processo a ben 32 fra manager, dirigenti ed imprenditori che all'epoca dei fatti rivestirono ruoli di spicco nell'ambito dello stabilimento siderurgico. Per tutti le accuse formulate dagli organi inquirenti vanno dalla cooperazione in omicidio colposo alla cooperazione in omissione colposa di cautele o difese contro gli infortuni sul lavoro.

Secondo il p.m., gli inquisiti avrebbero omesso di informare i dipendenti dell'allora “Italsider” dei rischi che la loro salute stava correndo tenuto conto delle sostanze e degli elementi (polveri ed altro) con cui avevano contatto quotidianamente nel corso della loro attività lavorativa. E non basta. Alla luce di quanto viene contestato nell'articolato capo d'imputazione, i soggetti coinvolti nella vicenda non avrebbero evitato il verificarsi di una simile situazione nè fatto ricorso a misure capaci di scongiurare i pericoli a cui gli operai sarebbero stati esposti.

Il quesito a cui il giudice dovrà dare risposta è soprattutto uno: quando un lavoratore è “assalito” da patologie invalidanti o da processi tumorali, fino a che punto può esser individuato un nesso fra la malattia ed il luogo in cui il soggetto ha prestato la propria attività? Per dovere di cronaca si ricorda che a far partire i primi accertamenti della magistratura furono le allarmanti segnalazioni fatte dall'INAIL dopo aver rilevato l'incremento di malattie contratte da un certo numero di dipendenti dello stabilimento che all'epoca era ancora di proprietà statale. In quel rapporto si parlava soprattutto di soggetti affetti da neoplasie, da gravi problemi alle vie respiratorie e da altre patologie che con il passare degli anni avrebbero lasciato un segno indelebile nel loro fisico.

In diversi casi si è registrato il decesso del paziente, in altri un'invalidità permanente. Chi ebbe colpe per tutto questo? Al gup il compito di dare le prime risposte.

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