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Le polveri dei parchi minerali non sono quelle più pericolose

«Coprire i nastri trasportatori, proteggere l'area dove è depositato il carbone e creare imponenti barriere sui parchi minerali, distoglie l'attenzione su quelle che sono le problematiche più rilevanti, le cosiddette polveri sottili».
1 dicembre 2008
Fabio Matacchiera
Fonte: Corriere del Giorno

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Si discute nuovamente di “barriere antismog”, un progetto finalizzato alla protezione della zona urbana dallo sversamento di polveri di minerali. «Il progetto per il “barrieramento” dei parchi minerali Ilva è pronto da oltre un anno - ricorda Fabio Matacchiera - ma è “congelato” perchè manca il permesso a costruire richiesto al Comune. E' quanto emerso a margine del sopralluogo tenuto nei giorni scorsi nella grande fabbrica dell'acciaio. Presenti ispettori dell'Arpa, funzionari regionali e della Provincia.

Premettendo il riconoscimento delle buone intenzioni degli addetti ai lavori - sostiene Matacchiera - coprire i nastri trasportatori, proteggere l'area dove è depositato il carbone e creare imponenti barriere sui parchi minerali, distoglie l'attenzione su quelle che sono le problematiche più rilevanti inerenti al colosso della siderurgia tarantina, le cosiddette polveri sottili».

Altra battaglia da affrontare, insomma. «Le polveri sottili (Pm10) - ricorda Fabio Matacchiera - sono quelle che vengono emesse in gran quantità dai fumaioli dell' Ilva. Sono particelle solide o liquide, di dimensioni abbastanza piccole da rimanere sospese nell'aria e venire quindi inalate attraverso il respiro. La classificazione si base sul diametro delle particelle stesse.

L'azione nociva, solitamente, è inversamente proporzionale alle dimensioni particellari, quindi le polveri minerali, che hanno un diametro maggiore di 30 millesimi di millimetro (micron), cadono a terra perchè troppo pesanti. Le dimensioni “ideali” (più nocive) sono quelle invece tra i 5 ei 10 micron: sono queste che si fissano alle vie polmonari, raggiungendo i tratti successivi delle vie respiratorie, raggiungendo perfino bronchi e bronchioli».

I parametri di alcune polveri sottili come gli idrocarburi policlici aromatici (Ipa) e la diossina, costantemente emessi dalle ciminiere, rientrano in maniera preoccupante nella categoria maggiormente a rischio «mentre quelle di origine minerale, come detto, all'origine di tutti i progetti tecnici di cui si è parlato nei giorni scorsi, essendo più grosse, si depositano più celermente sul terreno, causando meno danni all'ambiente.

Le polveri sottili si espandono per centinaia e centinaia di km quadrati - prosegue Matacchiera - hanno una diffusione più ampia e caratteristiche più nocive per la salute umana, rispetto a quelle provenienti dai parchi minerali. L'azione dannosa è a due livelli: irritante e cancerogena e ciò comporta rischi maggiori per la formazione di tumori. Taranto vuole tornare ad essere una città pulita: proteggiamola nel migliore dei modi»

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