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Legge anti-diossina escamotage della Regione

L'Ilva chiede proroghe e un perimetro ben definito delle sostanze a rischio. Più sanità che ambiente per bloccare il Governo. L'espediente potrebbe servire a sfuggire all'eventuale conflitto di competenza che potrebbe sollevare l'esecutivo
2 dicembre 2008
Francesco Strippoli
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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BARI — Cambierà pelle il disegno di legge regionale che intende limitare i livelli di diossina in atmosfera. Gli emendamenti preparati dallo staff dell'assessore Michele Losappio intendono imprimere alle norme un carattere sanitario più che ambientale. Si tratta di un espediente per sfuggire all'eventuale conflitto di competenza che potrebbe sollevare il governo.

Si intuisce il perché: la «tutela dell'ambiente» è riservata allo Stato, mentre la «tutela della salute » è materia concorrente (Regione e Stato si ripartiscono le competenze). Lo si è appreso a margine della seduta della commissione Ambiente. L'organismo presieduto da Pietro Mita (Prc) ha proseguito anche ieri le audizioni, prima di licenziare il provvedimento. In Aula dovrebbe approdare il 9 dicembre.

Di scena ieri i sindacati, Legambiente, l'Asl di Taranto e la Confindustria. A rappresentare gli imprenditori è arrivato il presidente regionale Nicola De Bartolomeo, accompagnato dal vice Luigi Sportelli (presidente della sezione tarantina) e da Girolamo Archinà, dirigente Ilva. Ovvero dell'azienda che più di tutte le altre è interessata al disegno di legge (per lui la seconda volta in audizione, dopo aver in un primo tempo rappresentato la proprietà). A dispetto della prassi, si è lamentato De Bartolomeo, le parti sociali non sono state ascoltate dalla giunta prima della predisposizione del disegno di legge. Archinà, invece, ha avanzato alcune proposte (solo verbalmente, Mita ha chiesto un testo scritto).

La prima riguarda il titolo della legge: limitarlo al contenimento delle diossine senza il riferimento «ad altre sostanze». Ciò per evitare, così pare di capire, di allargare il perimetro dei controlli. Inoltre è stato chiesto che, ai fini dell'individuazione dei valori soglia, non si esegua la media delle rilevazioni (ossia la somma divisa per il numero di rilevazioni). In questo senso era già arrivata un'apertura da parte dell'Arpa nella scorsa seduta. Non la media, si disse, ma il valore mediano. Una richiesta è giunta anche sui valori soglia da raggiungere: 2,5 nanogrammi per metro cubo a marzo 2009 e 0,4 al 31 dicembre 2010. Archinà non ha fatto obiezioni sulle date, ma ha chiesto la concessione di proroghe, in caso di difficoltà tecniche ad adeguare gli impianti (il che però consentirebbe di eludere le prescrizioni).

A sorpresa, tra i sindacati, mancava la Cgil. La Uil ha espresso parere favorevole al ddl. La Cisl ha chiesto di rafforzare il testo per evitare conflitti il governo (ma come si vede la giunta ci ha già pensato). Via libera da Legambiente. Inquietano i dati presentati dalla Asl. Sono stati eseguiti campionamenti, per il controllo della diossina negli allevamenti di animali, in un raggio di 10 chilometri dal Siderurgico.

Gli esiti hanno consigliato di allargare a 20 chilometri le analisi. «Ad occhio e croce - commenta Losappio al termine delle audizioni - mi sembra che le dichiarazioni dell'Ilva non siano diverse da quelle del passato. Ad ogni modo le faremo esaminare approfonditamente dai nostri tecnici». Il collega responsabile del Bilancio, il tarantino Michele Pelillo, è irritato: «Le dichiarazioni dell'azienda dice - sono evanascenti e prive di fondamento scientifico». Ora basta «perdere tempo prezioso ». Non la pensano così Rocco Palese (Fi) e Pietro Lospinuso (An): per entrambi le audizioni si sono rivelate utili. Palese si dice disponibile ad esaminare il provvedimento nel consiglio del 9 dicembre.

Ieri, intanto, Losappio ha incontrato sindacati e Confindustria sul tema della bonifica dell'area industriale di Taranto. Non si ha certezza dei 150 milioni previsti dall'accordo di programma firmato con il precedente governo. La ministra dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha confermato la propria disponibilità. Ma i cordoni della borsa sono in mano allo Sviluppo economico. Oggi è stato concordato di scrivere al ministro Claudio Scajola per reclamare lo stanziamento.

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