«Ma che rapporti ha l'on. Franzoso con l’Ilva?»
Il ddl antidiossina della Giunta Vendola continua ad essere al centro delle polemiche e diventa pretesto per attaccare anche su altri fronti.
E’ di lunedì scorso il botta e risposta tra l’on. Franzoso (Fi) e l’assessore regionale Barbanente sui fondi destinati al quartiere Tamburi, di fatto mai utilizzati.
Ieri è sceso in campo anche l’assessore regionale all’ecologia Michele Losappio.
Questo il suo attacco a Franzoso:
«Vedo che il segretario di Forza Italia della provincia di Taranto spinge la sua polemica contro il ddl che limita le diossine dell’Ilva fino a chiedere le scuse del presidente Vendola. Nel merito ha già risposto la Barbanente. Io invece chiedo al parlamentare di Forza Italia di chiarire all’opinione pubblica l’esistenza o meno di rapporti commerciali fra Ilva e società nelle quali è interessato o coinvolto. Una operazione di trasparenza, a partire dal fatturato, renderà tutto più chiaro per tutti».
In serata è arrivata la replica del deputato azzurro:
«L’impresa familiare alla quale fa riferimento è attiva da anni e ha rapporti non solo con l’Ilva, ma anche con altre aziende esclusivamente private e mai pubbliche, nel pieno rispetto di leggi, regolamenti e bilanci. Un’impresa che contribuisce, nel suo piccolo, a dare occupazione nel rispetto delle prerogative dei dipendenti stessi. E poi, il sottoscritto, nei diversi ruoli politico-istituzionali ricoperti sino ad oggi, non ha mai partecipato né vi parteciperà mai, come deontologia ed etica vuole, a nessuna votazione, in nessun consesso, che avesse al centro della discussione provvedimenti inerenti imprese o aziende con cui intrattengo rapporti di collaborazione».
Anche Michele Pelillo (Pd), neo assessore regionale al bilancio, si inserisce nel dibattito in corso definendo strumentale e contraddittorio l’intervento di Franzoso in merito alle somme destinate alla riqualificazione dei Tamburi.
«Ancora una volta – afferma Pelillo – una politica astiosa e per niente interessata allo sviluppo del territorio che prende posizioni solo con dichiarazioni estemporanee e menzognere. Affermare ancora oggi che siano stati sottratti 49 milioni di euro alla città di Taranto è un falso storico, ma probabilmente c’è da intravedere anche malafede politica. Per la riqualificazione ambientale sono stati previsti circa 70 milioni di euro, ben più di quanto stanziato in precedenza; le operazioni burocratiche poste in atto dagli uffici tecnici erano squisitamente dettate dall’esigenza di non perdere i fondi precedentemente deliberati.
Ci sono scadenze ben precise da rispettare – prosegue Pelillo - e quella del 31 dicembre 2007 incombeva come spada di Damocle sul futuro dei Tamburi per cui la Regione si è vista costretta a reimpegnare le somme con un primo stanziamento di 10 milioni di euro mentrela restante parte degli interventi, ammontanti a 68.609.-235,12 di euro, rientrerà nel nuovo ciclo di programmazione a valere sulle risorse per le aree sottoutilizzate (FAS), sempre che il Governo nazionale ci lasci qualcosa».
Affianco all’on. Franzoso si schiera invece Pietro Lospinuso, consigliere regionale di An:
«Vendola deve chiedere scusa ai tarantini, così come l’intera sinistra ionica, per avere perso i 25 milioni per il risanamento del Mar Piccolo ed i 20 per il Distripark, per non parlare delle vergognose discriminazioni in materia di edilizia ed impiantistica sanitaria. E sono forse tutte queste inadempienze che hanno prodotto, nell’evidente ricerca di un diversivo che facesse dimenticare gli schiaffi reiteratamente inflitti dalla sinistra a Taranto ed ai Tarantini, l’improvvisa svolta sulla questione “Ilva”, che rischia di essere affrontata, a tre anni e mezzo dall’insediamento di Vendola e dopo le inqualificabili omissioni di cui sopra, in termini irresponsabilmente demagogici, alla disperata ricerca del più immeritato e cinico dei recuperi elettorali».
Sul disegno di legge antidiossina prende la parola Gianfranco Chiarelli, consigliere regionale del Pdl, non-ché presidente della settima commissione consiliare, che sottolinea l’importanza delle ulteriori audizioni richieste dal centro-destra nell’ambito della commissione Ambiente:
«Proprio a seguito dei lavori portati avanti in quinta commissione si è potuto conoscere il parere della Confindustria di Puglia, che ha definito il provvedimento intempestivo nei modi e dei termini. Così come utile è stato ascoltare le tesi dei dirigenti della Asl. Questi passaggi non sono certo degli ostacoli. Al contrario rappresentano dei tentativi importanti di arrivare al decreto lavorando seriamente sulla salute dei cittadini e sulla futura occupabilità».
Da segnalare, infine, che la proposta di legge sarà al vaglio della commissione ambiente della Regione venerdì prossimo, a partire dalle ore 10. L’approdo nell’aula del Consiglio Regionale è invece previsto per il 9 dicembre.
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