Pirro giudica Taranto da lontano
Vorremmo sollevare delle osservazioni alla ormai consueta crociata, sempre più solitaria, che Federico Pirro muove disponendo nello spazio che il Corriere gli offre. Le motivazioni che Pirro sostiene, nel suo articolo del 5 dicembre, per sottolineare la corresponsabilità degli Enti pubblici nella tragica vicenda ambientale tarantina sono ormai note da tempo e sono - spero che si possa dire una volta per tutte - deboli e palesemente inutili a dirimere la questione.
Si potrebbe anzi dire, con buona pace di Pirro, che i tarantini e tutti coloro che sono soggetti all'avvelenamento quotidiano, conoscono alla perfezione le mancanze della Regione riguardo ai fondi per il Rione Tamburi e quelle dell'Acquedotto Pugliese relativamente al depuratore. Conoscono anche le poche luci e le tante ombre passate di Provincia e Comune in merito. Ma questo cambierebbe qualcosa?
Se Pirro conoscesse veramente la storia saprebbe che il rione Tamburi era lì molto tempo prima che l'Italsider fosse costruita e, come lui afferma, c'era anche quando divenne Ilva nel senso che insieme ai guadagni stratosferici che il gruppo Riva si assicurò con l'acquisto in saldo di quello stabilimento si assunse anche tutte problematiche aperte - allora come oggi - della sua ambientalizzazione.
Se Pirro, che ovviamente risiede lontano da questa città e dai suoi miasmi, fosse venuto alla manifestazione invece di informarsene a posteriori dagli articoli di giornale o dai servizi tv, avrebbe sicuramente notato che la cittadinanza ha manifestato non "contro l'Ilva" ma "a favore di soluzioni al problema dell'inquinamento a Taranto". E lo ha fatto con positività rifiutando etichette e strumentalizzazioni politiche (nessun rappresentante di partito è salito sul palco e tutti coloro che hanno preso parte alla manifestazione lo hanno fatto come liberi cittadini!).
Se Pirro vivesse a Taranto, forse gli verrebbe più facile capire come mai, anche supponendo di aver speso i tanto declamati 49 milioni di euro (e taciamo su "come" i fondi per il risanamento vengono solitamente gestiti o meglio sperperati) per il Rione Tamburi e di aver garantito all'Ilva l'approvvigionamento idrico con acque depurate, la questione, che ha scala non rionale ma ormai regionale, non sarebbe minimamente scalfita! Conosce Pirro i dati di mortalità, morbilità e incidenza di patologie legate all'inquinamento industriale nel famoso triangolo Taranto- Brindisi-Lecce? Lo sa Pirro che a Taranto e nei comuni limitrofi (non solo ai Tamburi) si arriva a respirare l'equivalente in benzoapirene di decine di sigarette? Lo sa Pirro che i bambini tarantini possono ammalarsi di "sindrome da fumatore incallito"?
Venga Pirro a Taranto a respirare passivamente le nostre sigarette-equivalenti e a mangiare formaggio e carni contaminate, saremo lieti di spiegargli quali sono i "veri" problemi della città e dei suoi cittadini.
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