Le pecore abbattute "Un´inutile strage"
TARANTO - "È stato ingiusto sterminare il nostro gregge. Abbiamo proposto di abbattere solo gli animali adulti, salvando quelli appena nati. Ma non ci hanno dato retta". Non si spegne a rabbia degli allevatori tarantini all´indomani dell´abbattimento delle 1200 pecore e capre di sette masserie situate nei pressi della zona industriale di Taranto.
Gli animali erano tutti contaminati dalla diossina di produzione industriale. A parlare è Enzo Fornaro, uno degli allevatori che hanno assistito senza poter reagire al massacro dei propri animali.
"Perlomeno - aggiunge - potevano evitare la mattanza degli agnelli. Non esiste prova che fossero contaminati perché le analisi su di loro non sono state effettuate. Purtroppo sono state accantonate tutte le proposte che abbiamo messo sul tavolo per scongiurare almeno una parte di un massacro che riteniamo inutile".
L´ultimo tentativo in questa direzione era stato messo in atto a settembre direttamente in Regione. Le ipotesi prospettate, pero, sono state scartate perché si è giudicato troppo rischioso mantenere in vita animali potenzialmente pericolosi. E sul punto ieri si è registrata la presa di posizione dell´associazione Codici che ha diffidato la Asl di Taranto" per non aver reso pubblici gli esiti di gara e le procedure di abbattimento delle pecore".
"La vicenda è stata sentita molto dai cittadini" - dice Valentina Coppola, responsabile agroalimentare di Codici. "In tre giorni - continua - sono state raccolte 1.500 firme da persone che condividevano l´inutilità di questa mattanza. La diossina non è un morbo e non può essere trasmesso per contatto".
Per il segretario nazionale di "Codici", Ivano Giacomelli, la procedura di abbattimento "ha comportato un esborso di spese da parte della Regione Puglia che graverà sulle tasche dei cittadini, e che poteva essere evitato, destinando gli animali a scopi sociali, come le fattorie didattiche e la pet therapy".
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