Vogliamo una normativa nazionale antidiossina
Gentile Ministro dell'Ambiente,
questa è la terza volta che come PeaceLink Le scriviamo. Lo facciamo perché sappiamo che Lei è attenta all'opinione pubblica. Infatti quando Le abbiamo segnalato i limiti del governo britannico alle emissioni di Polonio e Piombo radioattivo nelle acciaierie sono sono scattati dei controlli.
L'ultima volta abbiamo segnalato un tipo di tecnologia che può ridurre del 97% le emissioni di diossina inviandole i dettagli tecnici, a dimostrazione che in altre parti del mondo sono già ampiamente scesi sotto il limite di 0,4 nanogrammi a metro cubo di diossina a metro cubo, calcolata in tossicità equivalente.
Quella documentazione ha convinto vari consiglieri del centrodestra che la legge antidiossina della Regione Puglia era ragionevole e applicabile.
Le scriviamo adesso perché vogliamo che Lei si proponga una modifica all'allegato tecnico del Codice dell'ambiente. Quell'allegato consente emissioni di diossina fino a 10000 (diecimila!) nanogrammi a metro cubo calcolati in concentrazione totale. E' un limite talmente assurdo che il premio Nobel per la Pace Al Gore, appositamente informato mentre recentemente era in visita a Milano, ha annunciato di voler venire a Taranto "perché il toro va preso per le corna", così ha detto.
Gentile Ministro, quel limite è uno scandalo internazionale. Va modificato e vogliamo che Lei si impegni per modificarlo. Va modificato prima che l'Italia divento lo zimbello della nazioni civili e che Taranto divenga famosa sui giornali internazionali come la "capitale della diossina". Quel limite di 10000 nanogrammi va modificato soprattutto perché a Taranto la catena alimentare è già contaminata da diossina.
Le scriviamo d'intesa con il signor Vincenzo Fornaro a cui hanno abbattuto tutte le pecore e le capre contaminate da diossina. Il signor Fornaro, assieme ad altri allevatori della nostra zona, è sul lastrico. Quel dissennato limite consente di emettere diossina al di sopra degli obiettivi fissati dal Protocollo di Aarhus.
Vogliamo documentarLe come la vigente legislazione nazionale sulla diossina industriale, passata indenne per governi di vario colore, è stata un atto di ossequio alla potente lobby dell'acciaio. I dati parlano chiaro. I limiti per gli agglomeratori (ossia gli impianti di agglomerazione dell'industria siderurgica da cui fuoriesce diossina) non sono mai stati toccati in Italia, mentre per gli inceneritori sono diminuiti drasticamente.
Ecco la cronologia di uno scandalo nazionale:
DM 12/7/90 (governo Andreotti, ministro Ruffolo)
inceneritori: 4000 nanogrammi/metro cubo
agglomeratori: 10000 nanogrammi/metro cubo
Direttiva CE 1994/67
inceneritori: 0.1 nanogrammi TE/metro cubo (solo per i rifiuti speciali, non quelli urbani)
DM 19/11/97 (decreto Ronchi-Bindi-Bersani)
inceneritori: 0.1 nanogrammi TE/metro cubo (anche per rifiuti urbani)
agglomeratori: 10000 nanogrammi/metro cubo
Direttiva CE 2000/76
inceneritori: 0.1 nanogrammi TE/metro cubo
Decreto Legislativo 152/2006
inceneritori: 0,1 nanogrammi TE/metro cubo
agglomeratori: 10000 nanogrammi/metro cubo
Mentre per la diossina degli inceneritori è stata adottata l'unità di misura della Tossicità Equivalente (TE) per gli impianti di agglomerazione no, nonostante sia una delle unità di misura che il Protocollo di Aarhus richiede. Come vede, quel limite di 10000 nanogrammi non si sposta da quasi vent'anni mentre per gli inceneritori è stato modificato.
E ciò nonostante il recepimento del Protocollo di Aarhus con legge 125/2006 che ha preceduto (di un mese) il Codice dell'Ambiente (Decreto Legislativo 152/2006) senza tuttavia che quest'ultimo contemplasse il protocollo di Aarhus e relativo obiettivo di riduzione della diossina in esso contenuto.
Il Codice dell'Ambiente è pertanto gravemente omissivo. Questo dimostra tutta la forza della lobby dell'acciaio. Ecco perché Le chiediamo di farsi promotrice, così come ha fatto il Presidente Vendola nell'ambito della legislazione regionale, di una norma che entro la fine del 2010 adotti il limite europeo di diossina a 0,4 nanogrammi a metro cubo.
La legge antidiossina della Regione Puglia è un esempio di civiltà che gode a Taranto del sostegno di tutta la popolazione, sia di quella che vota a destra, al centro e a sinistra. Quella legge supplisce allo Stato centrale che si è fino ad ora inginocchiato di fronte ai poteri forti.
Adesso lo Stato deve rialzarsi in piedi ed essere al servizio dei cittadini.
Lo Stato dimostrare che non si inginocchierà mai più di fronte al profitto ma unicamente di fronte alle tante famiglie con malati di cancro. Di fronte a tanto inquinamento e a tanta sofferenza oggi Le chiediamo un gesto di giustizia promovendo una normativa nazionale identica a quella voluta dal Presidente Vendola al fine di evitare qualunque possibile conflitto normativo.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
casella postale 2009
74100 Taranto
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