Vendola: “Oggi una pagina molto dignitosa del Consiglio”
“Durante il viaggio ufficiale nella regione più ricca e popolosa della Cina, ho avuto l’immagine sconvolgente dell’ambiente esterno a Canton, la megalopoli. Un campagna tra le più devastate si possa immaginare. Al ritorno a Roma ho trovato il Tevere devastato. In Puglia abbiamo vissuto la condizione angosciante di essere allagati e non avere acqua, siamo di fronte ad un nuovo problema: la desertificazione che avanza, come in tutto il mediterraneo. La difesa dell’ambiente non può essere inquilino dei convegni, ma è una responsabilità politica. Non è roba da sognatori, è un’impresa politica e quella che oggi vivo con emozione è l’idea di una riconciliazione tra la politica e la cittadinanza, quando la politica cerca di aprire un sentiero.
L’industria è una strada necessaria, ma più che un vettore di inquinamento è stata vista come fattore di incivilimento. La nostra industrializzazione non deve essere la fotocopia sbiadita delle altre, i Sud del mondo non devono essere la pattumiera di tutte le produzioni inquinanti.
Per Taranto è una sfida epocale, ma non vogliamo che l’Ilva chiuda. Ho espresso un giudizio negativo sul referendum ma credo, come abbiamo fatto, nel coinvolgimento del sapere accademico e di quello dal basso nel trovare una soluzione per questa città. Negli incontri con Riva ho parlato di diritto alla vita. È un galantuomo di vecchio stampo, un uomo ottocentesco.
Questo incontro impossibile è stato serio: abbiamo fatto un passo dopo l’altro, un’interlocuzione inedita. Non ho fatto il notaio, sulle carte ho sollecitato il contributo di esperti e tecnici. Sono nate 100 osservazioni, che hanno portato ad altre 8 ed al tavolo permanente. Abbiamo cominciato a nominare i veleni, lo abbiamo spinto ad aprire il primo centro Inail in una fabbrica con una geografia di rischi e pericoli notevole, specie per i ragazzi del subappalto.
Con questa legge non risolviamo i problemi del passato e del presente, ma cominciamo a risolvere i problemi del futuro. Non è una legge estemporanea, nasce dopo che l’Arpa ha indicato il male e i rimedi per il male.
Al ministro Pecoraro Scanio ho posto che bisognava considerare lo scandalo della soglia consentita di diossine, proprio come hanno fatto i friulani per l’azienda di Lucchini. Tre volte sono stato insultato dal ministro Prestigiacomo e tre volte ho teso la mano, facciamo insieme questa battaglia, ho detto, salviamo insieme Taranto.
La nostra legge non parla solo in salsa tarantina, vuole dare speranza alla Puglia e parlare all’Italia e all’Europa.
Domani voglio aprire una nuova battaglia e la voglio fare insieme a tutti: Cerano, Brindisi Enel. Sta arrivando come uno tsunami la crisi mondiale e c’è chi pensa che l’ambiente vada messo da parte per dare da mangiare alle persone, ma come si può più mangiare se gli alimenti sono contaminati? Facciamo di Taranto e Brindisi l’oggetto di una contesa ambientale: colleghi del centrodestra e del centrosinistra sfidiamoci su questo terreno.
Voglio annunciare un scelta nelle città: non potremo consentire nemmeno un grammo di inquinamento in più scaricato nel nome dell’occupazione.
Mettere l’ambiente al centro dell’agenda di lavoro non è un vincolo all’economia, non è un muro: è il contenuto forte di un’altra idea di sviluppo, basata su una filiera di valori: la bellezza, il paesaggio, il territorio sono una nuova economia, non un libro dei sogni.
Si sperimenta in Puglia un cambiamento. Conosciamo i lutti della città di Taranto. Ho pensato a Roberto, morto a 16 anni di cancro. Se insieme pensassimo che in futuro non ci debba essere più una storia segnata per tanti ragazzini e ragazzine faremmo una cosa buona.
Il problema di oggi è la diossina che si è accumulata sul terreno. La battaglia bipartisan da fare è che il governo centrale cacci i soldi per il risanamento. Facciamola insieme. Non è per avere tanti soldi per il Sud spendaccione, ma per dare alla nostra gente il futuro di cui ha diritto”.
Losappio in consiglio sul ddl: “La legge sulla diossina ha un solo obiettivo. Quattro le iniziative per rendere più compatibile l’Ilva”
“Con questa legge, noi non vogliamo risolvere il problema di Brindisi o di Lecce e neanche quello della Puglia o di tutte le emergenze ambientali che si sono accumulate in questa regione negli ultimi dieci anni. Non è questo l’obiettivo della legge. La legge ha un solo obiettivo, e lo ribadisco, quello di affrontare la questione della compatibilità dell’Ilva in un’area di grande emergenza ambientale
E intendiamo risolvere questo problema attraverso quattro iniziative.
1) La prima è quella relativa al protocollo d’intesa firmato nel dicembre 2006. Noi abbiamo realizzato un investimento economico in quell’anno. Non è stato sufficiente però proprio per il contesto in cui opera lo stabilimento. Quel protocollo va portato a conclusione. Ma non basta. Ad esempio è stata proprio la famiglia Riva che ci ha chiesto, nella giornata di ieri, di rinviare a gennaio il tavolo di verifica tecnica convocato per domani in Prefettura. Uno slittamento voluto dall’Ilva e motivato così da Riva: “non siamo in grado di affrontare con serenità la questione, all’indomani dell’approvazione della legge in consigli regionale”.
2) la seconda è l’accordo di programma siglato ad aprile del 2008 “Area industriale di Taranto e Statte la cui finalità è la valutazione unitaria ed integrata degli impianti industriali sottoposti a procedura di Aia in modo tale da garantire gli interessi fondamentali della collettività e l’armonizzazione tra lo sviluppo del sistema produttivo nazionale, le politiche del territorio e le strategie aziendali. La regione ribadisce che senza un abbattimento certo per tempi e quantità delle diossine esprimerà un parere negativo nella procedura di AIA
3) la legge sull’abbattimento della diossina del novembre 2008 (quella che stiamo approvando in queste ore). La legge è necessaria perché quella nazionale, per quanto riguarda l’emissione della diossina è alquanto bucherellata. La norma nazionale non ci garantisce.
4) la quarta e ultima iniziativa è l’accordo di programma quadro in via di approvazione, mancando solamente l’ok del governo nazionale. L’accordo prevede la bonifica del sito di interesse nazionale di Taranto per il quale sono già stati stanziati 150 milioni di euro.
È una legge importante quella che stiamo discutendo ora, ma, vorrei ricordare, non è l’unica legge importante che questa regione ha fatto in tre anni e mezzo. 28 sono state le leggi ambientali, 14 i regolamenti, 3 i piani e 31 gli accordi di programma e i protocolli d’intesa”.
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